Sono sempre di più i pianeti alieni, esterni al Sistema solare, individuati. In attesa che qualche astronave riesca a raggiungerli, prima o poi, altri 715 sono stati aggiunti alla lista dei mondi lontani. Ora se ne contano oltre 1.700.
Sono pianeti
che ruotano intorno a 305 stelle, in sistemi planetari
simili al nostro. Scoprirli è stato possibile grazie al
telescopio spaziale Kepler, della Nasa, ed è la stessa agenzia
spaziale americana ad annunciare il risultato, in via di
pubblicazione su The Astrophysical Journal.
Lanciato nel 2009, dopo aver raccolto immagini e dati su
oltre 150.000 stelle, il telescopio Kepler è stato costretto a
ridimensionare la sua attività nel 2013 a causa di un guasto che
ha rischiato di mandarlo anticipatamente in 'pensionè. Gli
astrofisici hanno scoperto i nuovi pianeti analizzando i dati
raccolti dal telescopio tra il maggio 2009 ed il marzo 2011.
È emerso che per il 95% sono più piccoli di Nettuno, che è
quasi quattro volte la Terra. Ci sono inoltre quattro pianeti
più piccoli, delle dimensioni di circa 2,5 volte rispetto a
quelle della Terra che si trovano nella cosiddetta "zona
abitabile", ossia ad una distanza dalla loro stella tale da
permettere l'esistenza di acqua allo stato liquido e, forse,
anche di forme di vita. In particolare i ricercatori stanno
puntando la loro attenzione sul pianeta chiamato Kepler-296f: è
grande il doppio rispetto alla Terra, orbita intorno ad una
stella grande la metà del nostro Sole e luminosa appena il 5%.
Potrebbe essere un mondo simile alla Terra, ma qualsiasi
conclusione è prematura: gli astrofisici alle prese con i dati
non sono riusciti a capire se il pianeta è un mondo gassoso come
Giove, o roccioso come la Terra. Di sicuro la scoperta dei nuovi
pianeti esterni al Sistema Solare segna un passo in avanti senza
precedenti nell'individuazione di mondi di piccole dimensioni.
«Il fatto che questi nuovi pianeti e i nuovi sistemi solari
possano somigliare al nostro incoraggia la ricerca futura», ha
detto il capo delle missioni scientifiche della Nasa ed ex
astronauta, John Grunsfeld, riferendosi al prossimo telescopio
spaziale che la Nasa si prepara a lanciare nel 2018, il "James
Webb", che potrà studiare in dettaglio i nuovi mondi scoperti da
Kepler.
Per l'astrofisico Raffaele Gratton dell'Osservatorio di
Padova dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), «Kepler ha
fatto un grande lavoro poiché è riuscito ad individuare molti
sistemi multipli, ossia con più pianeti, intorno alla stessa
stella. Parlare però già di pianeti che hanno possibilità di
vita - ha osservato - è prematuro. Siamo sulla buona strada, ma
il percorso è ancora lungo».