sabato 27 agosto 2016
Venticinque anni fa qui debuttava Michael Schumacher. Un mito dei motori oggi in difficili condizioni di salute, con un giovane figlio che già vince in Formula 4 (Paolo  Ciccarone)
Gp del Belgio, tra presente e passato
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L’istinto è stato quello di andare a vedere chi ci fosse al settimo posto, proprio come 25 anni fa. E anche stavolta c’è un tedesco, Nico Hulkenberg che, ironia della sorte, ha mosso i primi passi con lo stesso manager di Michael Schumacher. Nel Gran premio del Belgio, a Spa, che vede Rosberg in pole con Verstappen al fianco e le due Ferrari di Raikkonen e Vettel dietro, il pensiero vola al passato. Chi lo ha visto sulla sedia a rotelle nel giardino di casa in Svizzera, fatica a riconoscere il Michael Schumacher che 25 anni fa debuttò in F.1, incantando il mondo. Oggi la sua storia, da quel 29 dicembre 2013, è completamente cambiata. Da sette volte campione del mondo, a convalescente in una situazione critica anche se stabile. Difficile avere notizie dirette, capita di scambiare qualche parola con chi gli sta vicino e si lascia scappare frasi a metà: “A volte sembra riconoscere chi gli sta intorno, poi torna nel torpore e non capisci se sente e reagisce a quello che dici o se è assente per sempre. La rieducazione procede lenta, non molla, combatte sempre”. E questo è tutto quello che circola, la privacy di Michael Schumacher continua così indisturbata. Anche se qualcuno prova a saperne di più dal figlio Mick, che corre in F.4 e ha già vinto. Mick parla perfettamente italiano, corre con una squadra italiana, la PreMa Racing e la scelta tricolore è stata voluta proprio dal padre prima dell’incidente sugli sci in Francia. In Italia ci sono cultura, storia e tradizione e uno con il nome Schumacher da noi può trovarsi delle porte aperte che altrove sarebbe impensabile. Ma Mick va protetto dalla stampa, dalla pressione dei tifosi, si chiama Schumacher ma non è Michael, è altro, a 16 anni ha un fardello troppo grosso da portare sulle spalle. A cominciare da quel padre eroe e mitico che vegeta su una sedia a rotelle nel giardino di casa. “Forse ha cominciato a correre e ad andare in giro per le corse proprio per non dover vedere tutti i giorni questo spettacolo” dice un conoscente “svegliarsi, vedere i trofei di un campione unico e poi vederlo lì fermo, immobile, che muove gli occhi a volte mentre parla e a volte tenerli fermi, non deve essere bello per un ragazzo che ha una vita davanti da costruirsi partendo da un nome pesante”. E se si pensa che tutto nacque 25 anni fa proprio su questa pista, dove Michael ha vinto e dominato spesso, cogliendo la prima vittoria della carriera, fa pensare. Il debutto avvenne per caso, Bertrand Gachot, pilota belga della Jordan, litigò con un tassista in Inghilterra. Gli spruzzò uno spray al peperoncino per difendersi da quella che pensava fosse una aggressione del tassista. La polizia lo arrestò perché in Inghilterra era vietato lo spray. Eddie Jordan aveva un posto in macchina libero e la Mercedes voleva spingere i propri piloti del vivaio prototipi. 500 mila dollari a gara erano i soldi che potevano investire. Jordan non ci pensò due volte, prese i soldi, gli mise la macchina a disposizione e Michael stupì piazzandosi settimo sullo schieramento. Ma Eddie Jordan aveva una visione tutta sua, non pensava al campione e al talento. Pensava solo che ogni km di corsa era un costo e così per quelli come Schumacher che noleggiavano la macchina per correre, “stranamente” avveniva sempre un guasto che impediva di fare tanta strada. Infatti, pronti via e Schumacher da quinto alla prima curva dovette parcheggiare alla seconda curva perché si era rotto un pezzo della trasmissione, un semiasse. “ho sbagliato a pensare solo ai soldi – dice ora Eddie Jordan che fa il telecronista per la BBC – non ho pensato al talento di Michael, infatti Briatore la gara dopo (Monza, ndr) me lo soffiò portandosi via i 500 mila dollari a gara della Mercedes”. Nessuno, in quel momento, avrebbe pensato alla nascita di una leggenda, che oggi vegeta su una sedia nel giardino di una villetta in Svizzera in attesa di un segnale di vita.
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