Tanto rumore, ma non per nulla. I polveroni mediatici a Sanremo fanno sempre comodo, da Cavallo Pazzo alla Berté, da Celentano a Crozza. Perché il festival di Sanremo è il più importante business della tv italiana, con una precisa tabella di costi e ricavi: quest’anno la kermesse costa un milione di euro in meno e dovrebbe coprire i costi vivi all’80% con la sola pubblicità.L’attesa di questi giorni si è giocata sul mistero dell’esibizione politica di Crozza piuttosto che sulla presenza all’Ariston della coppia gay e sulle boutade di Luciana Littizzetto. Tutto a Sanremo fa business, anche perché, in un panorama tv spezzettato in centinaia di canali digitali, trovare uno show che raccolga più di 10milioni di telespettatori è comunque un affare. I conti si fanno sulla media ponderata delle cinque serate del Festival 2012, 11 milioni 122 mila spettatori pari al 47.3% di share. «Noi puntiamo a un ascolto in mezzo fra il 35% del 2008 e il 47% del 2012» chiosa prudentemente il direttore di Raiuno Giancarlo Leone. Ma anche lui sa che se il Festival non mantiene certi ascolti, i soldi agli investitori bisogna restituirli.Comunque negli ultimi due anni i costi complessivi del Festival veleggiavano tra i 12 e i 13 milioni di euro (senza contare la convenzione tra la Rai e il Comune di Sanremo, che ammonta a 7 milioni l’anno), per il 2013 si parla di 11-12 milioni, con un taglio di circa il 10%, pari almeno a un milione di euro. In totale, quindi, convenzione compresa, il festival dovrebbe costare tra i 18 e i 19 milioni contro i 19-20 milioni delle ultime due edizioni. Sui cachet degli artisti è silenzio assoluto, nonostante più volte sia stata invocata trasparenza. Per Gianni Morandi si era parlato di 800mila euro, mentre 700mila andarono al superospite Adriano Celentano, devoluti interamente in beneficenza. Oggi si parla di 600mila euro per Fabio Fazio (il cui contratto con la Rai dovrebbe essere di 2 milioni di euro all’anno) e di 350mila per la Littizzetto. Per gli ospiti di quest’anno si è andati al risparmio con rimborsi compresi fra i 10mila e i 20mila euro (le star internazionali come Hugh Grant vennero pagate sui 300mila euro per una comparsata).La concessionaria pubblicitaria Rai Sipra spera di superare i ricavi pubblicitari dell’anno scorso, circa 14-15 milioni di euro. Nei listini si può notare un leggero rialzo dei prezzi degli spot. Contando che i break pubblicitari di questo Festival sono ben 10 a sera, non è cosa da poco. Per il primo break (intorno alle 21.15), 30 secondi sono stati offerti a 200 mila euro nella prima serata e in quella finale (10 mila euro in più rispetto ai 190 mila euro dell’anno scorso), a 150 mila euro nella seconda e nella terza serata (prezzo identico al 2012) e 170 mila nella quarta (20 mila euro in più). Il valore al secondo quindi è di 6.667 euro quest’anno, rispetto ai 6.333 euro del 2012, 300 euro al secondo in più. Immutati i prezzi per il secondo break (alle 22.25) a 200 mila euro per la prima serata e per la finale; il terzo, intorno alle 23, è a 170 mila euro per la prima serata, contro i 155 mila dell’anno scorso, ed è rimasto a 190 mila euro per la serata finale. Restano immutati i prezzi del quarto break, alle 23.40, 100mila euro per la prima serata e 160 mila per la finale, e anche del quinto: 50 mila euro per la prima serata, 90 mila per la finale. Non ci saranno telepromozioni da 120 secondi, ma spot da 60 secondi: cinque passaggi vengono venduti a 2 milioni 310 mila euro. Chi compra tutta la sponsorizzazione (gli spot da 60 secondi, quelli da 4 secondi, promo da 5 secondi nell’access prime time, cartellonistica e web) paga 3,6 milioni. E come se non bastasse quest’anno appaiono anche delle sovraimpressioni animate mentre il Festival è in onda, due per un massimo di 10 secondi: costo di ognuna 150mila euro, ovvero un prezzo record di 15mila euro al secondo.