La medaglia di bronzo di Rossella Ratto allontana, almeno per un po', le nubi sempre più scure che si stavano addensando sulla spedizione azzurra ai Mondiali di ciclismo in Toscana. L'Italia è riuscita a riempire almeno una casella, anche se la meno preziosa, in quel medagliere rimasto desolatamente vuoto quasi fino alla fine della rassegna iridata e dopo otto titoli assegnati. La giovanissima ciclista piemontese ha corso come una veterana anche se alleggerita dalla responsabilità di dover essere lei a portare a casa il risultato. Di più non poteva proprio fare. Davanti a tutte, nella gara delle donne elite, c'è sempre Marianne Vos, la Merckx in gonnella, la vorace divoratrice di titoli, la specialità non le importa, lei è imbattibile anche su pista e nel ciclocross, in estate e in inverno. Sulla sua bici non cala mai il sole.Donne e Juniores hanno detto chiaramente che sul circuito di Firenze i pronostici si rispettano. Qui chi è più forte vince. Non si può barare. E fra i professionisti il più forte, almeno in questo momento, è lo svizzero Fabian Cancellara. Lo sa anche lui e non ne ha fatto mistero, mostrandosi anche dimagrito come non si era mai visto prima, proprio per digerire il muro di via Salviati. Oggi correranno tutti contro di lui sperando che faccia il solito sfoggio di superiorità, con conseguente dispendio di energie, quando il traguardo è ancora lontano. Perché questo circuito non perdona, la corsa si decide alla fine e l'ultimo giro presenterà il conto a chi non sarà riuscito a risparmiare le gambe.Pronti a sfruttare un passo falso dello svizzero, di padre italiano, ci sono il campione uscente Philippe Gilbert e Joachin Rodriguez, Vincenzo Nibali e Chris Froome, Peter Sagan e Alejandro Valverde, ognuno con un suo piano, con una soluzione su misura per ribaltare la corsa. La maglia iridata è stata confezionata sulle misure di questi sette uomini. Difficilmente sfuggirà a uno di loro. Ma sono pronti a far saltare il banco dei pronostici i soliti “cani sciolti”, quei corridori di seconda fascia che cercheranno di approfittare della rivalità dei big per sgattaiolare fuori dal gruppo e lasciare gli avversari con il cruccio di decidere a chi spetta l'onere dell'inseguimento. Fra questi ci sono i cugini irlandesi Daniel Martin e Nicholas Roche, il russo Kolobnev e il ceco Stybar.Dovranno giocare la carta dell'attacco anticipato, nonostante possano contare su una squadra solida, anche i francesi Pinot e Riblon, e gli olandesi Mollema e Gesink: mettere i compagni a controllare la corsa significherebbe solo fare il gioco dei corridori più forti. Per ribaltare il pronostico bisogna avere il coraggio di lanciarsi nelle fughe senza avere una tattica troppo attendista. Anzi, chi non è inserito nella ristrettissima lista dei favoriti non deve proprio avere una tattica ma giocare d'istinto. Lo stesso vale per “nonno” Horner, lo statunitense recente vincitore della Vuelta, che nelle corse in linea non ha mai fatto vedere granché ma su un percorso così duro e con la condizione che si ritrova potrebbe anche tentare il colpo a sorpresa.Poi, c'è l'oggetto misterioso di questo Mondiale: Alberto Contador. Lo spagnolo non si sa in che stato di forma sia e ha raggiunto i compagni solo venerdì, all'ultimo momento, e non ha nemmeno visionato il percorso: il tipico atteggiamento di chi ha la testa altrove o è troppo sicuro di sé, anche se questa sembra un'ipotesi assai lontana.Fra chi potrebbe giocare la carta dell'anticipo ci sono anche le seconde punte della Nazionale azzurra: Diego Ulissi e Filippo Pozzato, quest'ultimo pronto a calare le sue carte anche in un eventuale - e remoto – sprint a ranghi ristretti. Gli azzurri corrono in casa e sul groppone hanno anche il peso di dover fare risultato ad ogni costo: almeno di salire sul podio, non importa se sul gradino più basso, basta arrivarci. Bisogna conquistare una medaglia perché si gareggia in Italia e perché Paolo Bettini da commissario tecnico non ne ha mai vinta una. E siccome questo dovrebbe essere il suo ultimo Mondiale sull'ammiraglia non può congedarsi con l'ennesima disfatta.