La gioia più grande, più inattesa, forse immeritata ai punti, è tutta portoghese: laddove il mondo aspettava Cristiano Ronaldo, arriva a scrivere la storia del paese Eder, l’uomo del match che non t’aspetti. Entrato abbondantemente nella ripresa, tra lo scetticismo generale ed in seguito ad un inizio clamorosamente in discesa per i suoi, questo ragazzone classe ’87 nato in Guinea Bissau che milita proprio nel campionato francese tra le fila del Lille, regala la prima vittoria nella storia degli Europei di calcio al Portogallo, mai battuto di fatto nelle 14 uscite ufficiali del suo “santone”, “don” Fernando Santos in panchina. Sostanzialmente, sei pareggi nei novanta minuti su sette partite in quest’Europeo per il Portogallo, di fatto mai battuto e alla fine clamorosamente sul podio.
A battezzare la partita un lampo di Nani, che calcia alto a pochi minuti dall’inizio un pallone ben stoppata in corsa di petto al limite dell’area; risponde poco dopo Griezmann, che in avvitamento aereo impegna di testa Rui Patricio in un grande intervento di reni per deviare in angolo. Senza dubbio, il più importante dato del primo tempo lo ravvisano le lacrime di Cristiano Ronaldo (nella foto), colpito duramente al ginocchio da uno sciagurato intervento di Payet, peraltro non sanzionato, al settimo minuto. Comprensibile il pianto di sconforto del fuoriclasse capitano, che già al 20° è costretto alla resa, uscendo zoppicante per la conseguente distorsione al ginocchio: in quelle lacrime la consapevolezza, per CR7, di dovere rinunciare per un improvvido colpo alla finale dell’Europeo, la seconda personale dopo la cocente amarezza della finale persa contro la Grecia nel 2004, alla sfida diretta con Griezmann e Pogba per il Pallone d’oro FIFA, nonché all’attesissima gara valida la prima storica vittoria per il suo Portogallo.
Tutto in una ginocchiata di Payet, che sportivamente sembrerebbe vedere crollare il mondo addosso alla squadra di “don” Fernando Santos, che tuttavia non si scompone come i propri tifosi, visibilmente scoraggiati e ammutoliti. Per tutta la prima frazione, sembra impensierire l’ordinata e compatta compagine lusitana solo Moussa Sissoko, che parte dalla trequarti destra per accentrarsi spesso, spaccando più di una volta le linee portoghesi con progressioni palla al piede la cui prorompenza fisica ricorda più Michael Johnson che predecessori del calcio. Assenti ingiustificati nella prima frazione Pogba e Payet, la cui unica “giocata” di rilievo rimane per tutta la prima frazione solo il rude intervento che costa a Cristiano Ronaldo una distorsione da forfait pressoché immediato, con tanto di denuncia su Twitter della madre di Cr7, che ravvisa “un calcio per fare male all’avversario”.
La seconda frazione parte sulle stesse blande note, che trascinano l’incontro a venti minuti di oblio per i taccuini, con il Portogallo a fare massa nella propria metà campo con ordine e senza errori e una Francia che non perviene dalle parti di Rui Patricio: mentre le scorribande di Sissoko, unico in grado di cambiare passo, perdono potenza, il Ct transalpino Deschamps decide di cambiare Payet per fare posto a Coman, per una scelta illuminata che cambia tono alla Francia. Dal neoentrato parte il cross che al 65° imbecca nel cuore dell’area Griezmann: ancora una volta, perfetta l’incursione da rapace d’area del folletto di casa, che alza però di poco il pallone di testa sulla traversa.
Al 71° è ancora Coman a creare scompiglio nella retroguardia lusitana con un’incursione centrale favorita da un uno-due con Giroud, ma sbaglia l’ultimo controllo allargandosi troppo rispetto alla porta per potere calciare pericolosamente. Sempre Coman, liberatosi a sinistra sulla trequarti, trova l’assist in verticale in area per Giroud, sul cui diagonale è prodigioso l’intervento di Rui Patricio a respingere. Notando il suoi incapaci di ripartire, anche Santos decide per un cambio tattico: fuori il giovanissimo centrocampista Sanchez per il centravanti Eder: proprio a un quarto d’ora dal novantesimo si rivede allora il Portogallo dalle parti di Lloris, costretto a smanacciare a un passo dalla traversa un traversone di Nani.
Sulla respinta dell’estremo difensore transalpino poi, Joao Mario tenta l’eurogol di rovesciata, facilmente parata però dal portiere. Ben più impegnativo all’83° l’intervento in tuffo cui è chiamato Rui Patricio, ancora decisivo su un missile terra-aria esploso dai 25 metri dal portentoso Sissoko. Nulla potrebbe però in pieno recupero neanche l’estremo difensore lusitano, senza dubbio il migliore dei suoi, sul tiro ravvicinato di un altro neoentrato, il centravanti Gignac, magistrale a proteggere palla in area prima di mettere a sedere Pepe e colpire il palo strozzando troppo il destro.
Ai supplementari il Portogallo continua a fare fortino, mentre gambe in palla ed entusiasmo del popolo di casa consentono ai francesi di cingere d’assedio quantomeno la trequarti portoghese. Eppure l’unica occasione di rilievo capita sulla testa di Eder, la cui incornata sul calcio d’angolo viene respinta non senza affanno da Lloris. Ma la gioia, impensabile (nella foto sopra) alla vigilia, per questo ragazzone oltre il metro e novanta deve solo attendere la seconda frazione supplementare, per strappare lacrime stavolta di gioia a Cristiano Ronaldo ed a un intero paese: al 109° il centravanti converge da destra facendosi largo di forza verso il limite dell’area, da dove esplode un destro sul primo palo che crocifigge Lloris e piega le gambe ai padroni di casa.
Il St. Denis è ammutolito, mentre l’urlo portoghese, trattenuto da ben dodici anni, quelli di rimpianto per la celebre finale persa in casa contro la sorprendente Grecia di Otto Reaghel, riecheggia in tutta Parigi. La Francia accusa il colpo, come i suoi tifosi: la favola nella favola la scrive Eder, al suo terzo gol su ben 27 partite in maglia portoghese, quando il mondo si sarebbe aspettato Cristiano Ronaldo. Ma la storia del calcio, ancora una volta, non accetta padroni o pronostici facili: laddove il favore del talento non arriva, può arrivare la compattezza dello spogliatoio e l’ordine tattico. Laddove un incidente toglie la gioia, un’altra speranza può restituirla, inaspettata, ancora più grande.
Così, la Francia strappò ai nostri azzurri l’Europeo del 2000 agguantando il pari in pieno recupero, per poi vincere con il “golden gol” di Trezeguet ai supplementari, alzando una coppa che oggi invece sfugge proprio nel cuore del paese, da favorita, contro una selezione portoghese ben lontana dai favori dei pronostici alla vigilia. Laddove le lacrime portoghesi erano state piante in casa, nel 2004, oggi abbondano abbracci e sorrisi nati dalla stessa angoscia con la quale, al 20° CR7 si era accasciato a terra piangente, per lasciare il posto a Quaresma e favorire di fatto, nel finale di gara, l’ingresso nel ruolo di punta centrale di Eder, poi rivelatosi eroe nazionale per una notte. Corsi e ricorsi dello sport più bello del mondo, dove ben poco è scritto in partenza e dove, moltissimo, sarà ancora scritto dall’imprevedibile rotolare del pallone tra sudore e tattica, colpo virtuoso e sacrificio collettivo. Cala il sipario sugli Europei di calcio 2016: ha vinto il Portogallo ma soprattutto, una favola dopo l’altra, non ha perso la celebrata e immancabile imprevedibilità dello sport più bello.
MARCATORE: Eder 109°
PORTOGALLO (4-1-3-2): Rui Patricio; Cedric, Pepe, José Fonte, Raphael Guerreiro; William Carvalho; Renato Sanches (dal 34′ s.t. Eder), Adrien Silva (dal 21′ s.t. Moutinho), Joao Mario; Nani, Cristiano Ronaldo (dal 25′ p.t. Quaresma). (Lopes, Eduardo, Bruno Alves, Ricardo Carvalho, Vierinha, Eliseu, André Gomes, Danilo Pereira, Rafa Silva). All. Fernando Santos
FRANCIA (4-2-3-1): Lloris; Sagna, Koscielny, Umtiti, Evra; Pogba, Matuidi; Sissoko, Griezmann, Payet (dal 13′ s.t. Coman); Giroud (dal 33′ s.t. Gignac). (Mandanda, Costil, Cabaye, Jallet, Rami, Digne, Mangala, Kanté, Schneiderlin, Martial). All.: Deschamps.
ARBITRO: Clattenburg (Inghilterra)
NOTE: ammoniti Cedric (P), Joao Mario (P), Koscielny (F), Pogba (F), Umtiti (F), Raphael Guerreiro (P), Matuidi (F), William Carvalho (P) per gioco scorretto
Correlati