«L’orgoglio… Ne ammazza più lui del petrolio», canta Vasco Rossi, ma anche la superbia molto spesso si rivela letale, specie nel calcio. Prendete
Cristiano Ronaldo che ha dato dei “catenacciari” e dei poveri “anti-football” agli islandesi, meravigliandosi che al gol storico di Bjarnason abbiano esultato come «se avessero vinto l’Europeo». Ma anche se fosse, caro superbo Cristiano da Madeira? Anche gli islandesi provengono da un’isoletta come la sua, da una terra di appena 300mila anime lassù alla fine dell’Europa con i campi di calcio venuti su negli ultimi decenni tra cento milioni di geyser. Secondo le stime del suo superbissimo agente-pizzaiolo Mino Raiola, Paul Pogba vale molto di più di cento milioni di euro, ma dei primi 180 minuti a questi Europei la metà li ha vissuti in panca a guardare, e sul 2-0 ingeneroso rifilato dalla Francia alla piccola e generosa Albania di De Biasi non c’è affatto il suo zampino geniale e milionario. E vogliamo parlare degli ambiziosissimi belgi? Alla vigilia della sfida con la Nazionale operaia di Conte ci davano per finiti per figli stonati di Gomorra rispetto ai loro pupilli più intonati e dalle chiome folte come i nostri Cugini di Campagna? I superbi broccolati di Bruxelles sono usciti a testa bassa dallo stadio di Lione, 2-0 e palla al centro. E ieri sera al centro del match tra
Italia e Svezia c’è quello Zlatan Ibrahimovic che si è già autoproclamato «leggenda», ma che se dovesse perdere contro gli anacronistici – per ora – azzurri – andrebbe superbamente e leggendariamente a casa.