lunedì 21 gennaio 2013
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Non sarà più la Juve dell’anno scorso. Non sarà più quella squadra devastante e invincibile da 38 gare su 38 senza sconfitte (visto che quest’anno ne ha subite 3), ma fatto sta che la squadra di Antonio Conte è sempre lassù, in cima alla classifica, e con 5 punti di vantaggio sulle seconde, Lazio e Napoli. L’allungo sabato sera lo ha propiziato Paul Pogba, quel 19enne francese con la cresta da gallo cedrone che gioca “da vice Pirlo”, ma in realtà è un Vieira del “quarto millennio”.  Con due siluri di rara bellezza spediti alle spalle dell’incolpevole portiere di riserva Padelli, Pogba ha praticamente disintegrato  da solo l’Udinese e rovinata la festa delle 500 panchine a Francesco Guidolin. Un poker facile quello calato dalla Juve (in gol anche Vucinic e il redivivo Matri), contro un’Udinese che conferma di essere Di Natale-dipendente: senza il suo vecchio Totò (subentrato per necessità e costretto in panchina da una gastroenterite) la squadra friulana si smarrisce puntualmente. Dietro alla capolista perdono una grande occasione le due “anti” che impattano in trasferta. La Lazio a Palermo va in vantaggio con un gol dell’amuleto Floccari, ma poi nella ripresa Petkovic fa delle strane variazioni sul tema. Risultato: la Lazio si ubriaca da sola al Barbera e permette al Palermo l’insperato sorpasso, salvo poi rimediare con un rigore trasformato dal profeta Hernanes. Meno profetico invece questa volta Pertkovic che pecca di sperimentalismo e alla fine può solo consolarsi per le 15 partite di fila – tra campionato e Coppe - di imbattibilità della sua Lazio che domani sera in Coppa Italia (semifinale d’andata) ha l’occasione dello scontro diretto con la Juve per confermarsi “anti”. E’ sicuramente anti-Juve a tutti gli effetti anche il Napoli che ha riottenuto i 2 punti di penalizzazione dalla Corte di Giustizia della Federcalcio (più squalifiche di 6 mesi tolte a Paolo Cannavaro e Grava), ma forse ne ha persi altrettanti nella gara del Franchi contro la Fiorentina di Montella che veniva da tre sconfitte consecutive. Al gol per caso dell’indomito Facundo Roncaglia, eroe per acclamazione del popolo viola, ha risposto il divino Cavani che si porta a quota 100 gol in Serie A (17 in questo campionato) e  non ha nessuna intenzione di fermarsi. Nel turno delle frenate pro-Juve, continua la marcia di avvicinamento alla zona Champions del Milan. Allegri sta ottenendo il massimo dalla sua “linea verde”, anche se poi con un El Shaarawy in crisi d’astinenza sotto porta a risolvere la sfida con il Bologna è stato il vecchio bomber Pazzini. E visto che Pazzini si è svegliato, qualcuno si domanda: a cosa servirebbe l’eventuale arrivo di Mario Balotelli a Milanello? La risposta sta nei numeri, è vero che il “Paz” è vivo e lotta con i rossoneri, vero anche che ha segnato 10 gol (gli stessi del fuoriclasse della Lazio Miroslav Klose), ma 5 sono quelli che ha rifilato, tra andata e ritorno, al piccolo Bologna di Pioli e il Milan da qui alla fine non giocherà più contro i rossoblu. Pardon per la rima, proseguiamo nelle zone calde della hit con un Roma-Inter (si replica mercoledì sera in Coppa Italia) che con il pareggio dell’Olimpico sancisce il “quasi fuori” dal discorso Champions per i giallorossi di Zeman e una faticosa risalita per la squadra dell’allenatore ragazzino Stramourinho Stramaccioni che è ancora dietro, a meno 4 dal terzo posto. Tra le “cose turche” dell’ultima settimana c’è anche il passaggio al Galatasaray dell’olandese volante Wesley Sneijder che finalmente chiude il caso, ma apre una falla nel centrocampo nerazzurro dove manca il trequartista. Perché per quel ruolo Guarin può andare bene alla bisogna e il possibile arrivo del catanese Lodi va letto come “buon giocatore”, ma non  come “fuoriclasse”, vedi alla voce, il fuggiasco Sneijder. A proposito di Catania, gli allenatori passano, via Montella è arrivato Maran, ma il club etneo che gioca e parla all’argentina come l’anno scorso è praticamente già salvo e ora può anche puntare all’Europa. Lo 0-2 del Catania a Marassi ai danni di un sempre più mesto Genoa fa licenziare Gigi Del Neri e il giocattolaio Preziosi è costretto a richiamare Ballardini per tentare la disperata missione salvezza. Sotto la Lanterna mal comune mezzo gaudio: anche la Samp di Delio Rossi dopo aver battuto a sorpresa la Juve e pareggiato con il Milan, pensava di essere fuori dal tunnel e invece ci torna affondando a Siena, con i toscani salvati dalla rete del provvidenziale Bogdani, uno che in settimana potrebbe anche essere ceduto. Al Franchi di Siena finisce in rissa tra giocatori di Serie A, i così detti “modelli per i giovani”, ai quali a loro volta apprendendo da cattivi maestri arrivano persino a compiere atti di razzismo in campo, vedi il fattaccio di Casale-Pro Patria, campionato Berretti. Roba da ultimo stadio.
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