Con Conte o senza Conte, alla Juve comunque i conti li fanno tornare sempre. La scapigliata Fiorentina sabato allo Juventus Stadium ha resistito per 41 minuti. Il tempo necessario ai campioni d’Italia di assestare un 1-2 di quelli da mandare al tappeto chiunque e riprendere subito il largo, veleggiando in solitaria. Unico neo di questa Juve capolista, che viaggia spedita a forza 5 (tanti i punti di distacco dal Napoli), l’essersi accorta solo ora che il fantomatico “top-player” cercato per tutte le fiere d’Europa e scovato poi in Cina - vedi il vecchio Anelka - ce lo aveva in casa: Alessandro Matri. Grazie alle reti del bomber più amato dalle veline, la Juve torna ad essere padrona assoluta, in Italia. “Matriarcato bianconero” e domani sera Pirlo e compagni sono attesi a Glasgow nella tana del Celtic per dare inizio alla missione (impossibile?) “riportare la Champions a Torino”. In attesa di vedere cosa faranno gli eroi di casa Agnelli, quelli della De Laurentiis production, il Napoli, non vanno oltre il pari con la Lazio. All’Olimpico spettacolo in campo degno di Cinecittà, con sagra dei legni: colpiti due per parte, per un pareggio alla fine giusto in cui va segnalato un Floccari in versione vice-Klose che, nonostante i 31 anni, meriterebbe una chiamata in Nazionale. Napoli un punto e a capo, con Mazzarri che deve ringraziare il piccolo azzurrino Insigne: lo scugnizzo ha cambiato volto a un match altrimenti segnato per i partenopei. Il Napoli ci crede ancora alla rincorsa-scudetto, così come la Lazio del serafico Petkovic non molla il progetto terzo posto. A proposito di “progetto”, quello dell’Inter di Stramaccioni riprende corpo grazie agli attesi rientri della vecchia guardia: si è rivisto Stankovic, ma soprattutto il Principe Milito, ed è subito gol. Cassano ispira la tris contro l’ostico Chievo di Corini e adesso la zona Champions è ad un passo, ma attenzione a non farne subito un altro falso (vedi Siena) perchè sabato sera per i nerazzurri c’è la sfida di Firenze. Passo falsissimo per la Roma del traghettatore per caso Andreazzoli che ha preso il posto dell’incompreso Zeman, avvistato nel primo weekend da “disoccupato” in pieno relax sulla spiaggia di Montesilvano (nostalgia di Pescara...). Totti e compagni con la Samp escono da Marassi battuti e insultati da quell’osceno ditino medio che il nevroromantico tecnico doriano, il signor (sì fa per dire) Rossi Delio, ha mostrato seccato al “provocatorio” Burdisso. Cose che non vorremmo mai vedere, come quell’indice sotto il naso ad indicare al popolo di Is Arenas “state zitti”, esibito dall’incorreggibile Mario Balotelli dopo aver segnato il gol del pari per il Milan contro il generoso Cagliari. È un caos per niente calmo quello che si respira da Nord a Sud, isole comprese. Basta vedere quello che è successo a Palermo. La prima di Malesani (terzo allenatore stagionale per i rosanero) nello scontro diretto per la salvezza contro il Pescara è finita con un inutile pareggio e allo stadio Barbera, vuoto, quanto infuriato, monta la contestazione nei confronti del presidente “mangiallenatori” Zamparini. Palermo vede lo spettro della Serie B, un fantasma che non fa dormire sonni sereni, almeno fino al Bologna che nel giorno in cui poteva staccare il pass per la tranquillità si fa bloccare sul pari al Dall’Ara da un Siena che con Iachini ha ricominciato a credere nell’impresa. Nel periodo più nero per la città toscana, causa scandalo bancario del Montepaschi, la squadra di calcio ha ricominciato a dare segni di vita e il basket, si conferma eccellenza nazionale, battendo Varese (capolista in campionato) e riportando in Piazza del Campo la quinta Coppa Italia di fila. Un record da incorniciare, come quello della tennista Roberta Vinci che in coppia con la “sorella d’Italia” Sara Errani, nel doppio regala il punto della vittoria (3-2) alla squadra azzurra sugli Stati Uniti e infila un personalissimo 18° successo consecutivo in Fed Cup.