mercoledì 21 luglio 2021
In Illinois, i ricercatori della Smithsonian Institution hanno dissotterrato un fossile lungo poco più di un dito che apre nuovi scenari sull'evoluzione di rettili e anfibi
Risalente a 380 milioni di anni, secondo i ricercatori – che hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista Royal Society Open Science – il fossile apre nuovi scenari sull’evoluzione di diversi gruppi di animali, inclusi anfibi e rettili: in ossequio alle sue dimensioni ridotte la nuova specie stata chiamata Joermungandr bolti, come un gigantesco serpente marino della mitologia norvegese

Risalente a 380 milioni di anni, secondo i ricercatori – che hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista Royal Society Open Science – il fossile apre nuovi scenari sull’evoluzione di diversi gruppi di animali, inclusi anfibi e rettili: in ossequio alle sue dimensioni ridotte la nuova specie stata chiamata Joermungandr bolti, come un gigantesco serpente marino della mitologia norvegese

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In Illinois, i ricercatori della Smithsonian Institution hanno dissotterrato un fossile lungo poco più di un dito che apre nuovi scenari sull'evoluzione di rettili e anfibi.
I microsauri erano piccoli animali simili a lucertole che popolavano la terra ben prima della comparsa, nel Triassico, delle specie più imponenti: fornisce nuovi indizi sulle abitudini di queste minuscole creature un fossile poco più grande di un dito, dissotterrato nel giacimento di Mazon Creek, in Illinois, dai paleontologi della Smithsonian Institution. Risalente a 380 milioni di anni, secondo i ricercatori – che hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista Royal Society Open Science – il fossile apre nuovi scenari sull’evoluzione di diversi gruppi di animali, inclusi anfibi e rettili: in ossequio alle sue dimensioni ridotte la nuova specie stata chiamata Joermungandr bolti, come un gigantesco serpente marino della mitologia norvegese.

I microsauri vissero durante il Carbonifero, periodo in cui apparvero gli antenati dei moderni mammiferi e rettili, chiamati “amnioti”. Molti dettagli di quella transizione ¬ non sono noti - spiegano gli scienziati della Smithsonian - e di recente i microsauri sono diventati importanti per comprendere le origini degli amnioti. i I resti del microsauro appena scoperto comprendono anche la pelle: l’animale misura circa cinque centimetri, a metà strada tra un serpente e una lucertola aveva quattro zampe corte e grassocce.

Custodito per milioni di anni nel giacimento di Mazon Creek - uno dei più noti lagerstatten fossili del mondo – i resti sono in condizioni ottime, tali da stupire anche i ricercatori. Si definisce lagenrstatte un corpo sedimentario che offre un’eccezionale quantità di informazioni sulla vita del passato a causa dell'abbondanza degli esemplari contenuti. Quello che si trova in Illinois si è formato in un ambiente anossico, in un deposito di fanghiglia sottostante una zona di acque basse. Il particolare tipo di conservazione del sedimento ha permesso la fossilizzazione delle parti molli degli animali, un fatto rarissimo nella preservazione dei resti.

Per analizzare lo Joermungandr bolti i paleontologi hanno utilizzato la microscopia elettronica a scansione che rende possibile osservare i particolari più minuscoli: la tecnica ha permesso di scoprire uno schema di creste simili a quelle trovate sulle scaglie dei rettili moderni che scavano nel terreno. Con tutta probabilità, anche il microsauro era uno scavatore a testa in giù, e usava la testa per farsi strada nel terreno.






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