C’erano una volta gli stadi di calcio stracolmi di tifosi, ammassati sulle gradinate in cemento in barba a ogni misura di sicurezza. Oggi, invece, l’emorragia degli spettatori è diventata un lento stillicidio. Non bastasse la concorrenza della tv, ad ampliare il vuoto sugli spalti ci si mettono anche gli ultrà e le conseguenti decisioni del giudice sportivo che chiude una curva dietro l’altra. Atmosfera ben diversa nei palasport dove il numero dei tifosi del basket e del volley continua a crescere registrando sempre più spesso il tutto esaurito. E il tifo da quelle parti è ancora genuino, soprattutto nella pallavolo. La rivalità, al massimo, si esprime sul campanilismo sempre sul filo dell’ironia e i supporter non hanno timore a sedersi uno accanto all’altro a dispetto dei diversi colori delle sciarpe. Certo non mancano le eccezioni, ma sono davvero tali e il popolo dei palasport riesce a trovare gli anticorpi al suo interno. Come a Varese, dove c’è la tifoseria più intemperante del basket, cresciuta sull’esempio degli ultrà del calcio: meno di un mese fa la maggioranza degli spettatori dell’impianto di Masnago ha zittito la becera contestazione della 'curva'. Probabilmente è una questione antropologica, deve essere diverso veder giocare la palla con le mani anziché con i piedi. Le tribune sono piene di bambini e non per riempire degli spazi vuotati dal Giudice sportivo. Qui si vedono le famiglie, quelle che il calcio continua a inseguire, ma solo a parole. E i numeri sono davvero importanti, soprattutto se si tiene conto che, a parte qualche eccezione, si gioca in provincia e in piccoli impianti, talvolta persino incapaci di soddisfare la richiesta di biglietti.È il caso della Lube Macerata, prima e ancora imbattuta nel campionato di pallavolo, che al Palascodella non riesce a far entrare più di 2.200 spettatori, molti meno delle richieste, tanto che ha deciso di costruirsi un nuovo impianto a Civitanova, di 4.500 posti, pronto per la prossima stagione, scatenando pure una 'guerra' di campanile fra le due città che culminerà, sicuramente, con il cambio della denominazione geografica. Per avere il pienone qualche volta non occorre nemmeno giocare nella massima categoria. È il caso della Fortitudo Bologna, davvero esemplare: anche se la squadra gioca nel campionato di basket di quarta serie alla domenica riesce a portare al PalaDozza 4mila fan, dei quali poco più di 3mila sono abbonati. È vero che il club ha un passato prestigioso, anche a livello internazionale, ma la 'caduta', con transito anche in tribunale, non è riuscita a intaccare la passione dei tifosi che sognano di nuovo il derby con la Virtus, l’altra squadra bolognese che in Serie A è capace richiamare quasi 8mila persone. Una passione che fa della città la basket-city d’Italia. Anche Torino gioca tra i dilettanti, in Lnp Gold, l’equivalente della serie B, ma non gli impedisce di raggiungere i 4mila spettatori, segno evidente che in città c’è ancora tanta voglia di pallacanestro nonostante i tanti anni di assenza dal grande palcoscenico. Sempre in Piemonte e nella stessa catego- ria si attesta oltre i 3mila spettatori anche Biella, nonostante la drammatica retrocessione. E gli ultimi anni di 'legnate' rimediate dall’Armani non ha scalfito nemmeno la passione dei milanesi che in occasione del recente match di Eurolega con il Real Madrid ha registrato il tutto esaurito riempiendo il Forum con la bellezza di 12.500 persone. Siena è riuscita a mantenere 4mila abbonamenti nonostante il forte ridimensionamento della squadra. E sulla stessa cifra di abbonati viaggia anche Venezia. Poco sotto si colloca Sassari, altra cittadina con l’impianto insufficiente a soddisfare tutte le richieste. L’unica piazza che perde spettatori è Pesaro, club storico del basket nostrano, squassata da una forte crisi societaria e fanalino di coda in classifica, che nonostante tutto riesce a mantenere oltre 3mila 'aficionados'. Il volley è ancora alla fase iniziale del campionato, ma le prime partite hanno già confermato il trend positivo attestandosi sulle cifre medie dello scorso anno, che aveva già surclassato quello precedente: un dato più che incoraggiante visto che l’impennata dei biglietti si registra alla fine della regolar season e, soprattutto, durante i playoff. Verona è la città che attrae più spettatori sottorete: qualche settimana fa ha sfiorato quota 5mila, in pratica il 'sold out'. E la città scaligera può contare un folto pubblico di fedelissimi anche nel basket, dove la squadra che milita in Lnp Gold tocca quota 3mila. Il Piacenza volley viaggia a una media superiore ai 3.300 spettatori, ai quali vanno aggiunti quelli della squadra femminile che in occasione della recente Supercoppa ha superato il tetto dei 2.500. Sfiorano la media dei 3mila anche Trento, Latina e Modena, quest’ultima con una delle società più prestigiose della pallavolo, che raggiunge anche il tetto dei 5mila in occasione dei match di vertice. Talvolta non importa nemmeno se la squadra del cuore è poco competitiva, la vera passione, come nel caso di Ravenna, non conta i punti.
Ad attirare gli spettatori non sono solo gli uomini. In forte crescita anche i numeri del volley femminile che registra saldi in attivo stagione dopo stagione: la media si attesta oltre i 2mila durante la stagione regolare e si impenna nei playoff, tanto che nell’ultima partita della finale scudetto dello scorso anno, le ragazze di Conegliano sono riuscite a portare al PalaVerde di Treviso ben 5.800 spettatori. Un numero che facevano fatica a raggiungere perfino gli uomini della Sysley 'mangiatutto' dei tempi andati.