venerdì 5 agosto 2016
Il conto alla rovescia è finito. La trentunesima edizione dei Giochi olimpici comincia nel tempio del calco brasiliano, lo stadio Maracanà di Rio. (Mario Nicoliello)
Cerimonia nel segno del verde 
Rio, riflettori sui portabandiera della cerimonia inaugurale
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Il conto alla rovescia è finito. La trentunesima edizione dei Giochi olimpici comincia nel tempio del calco brasiliano, lo stadio Maracanà di Rio. Il primo atto è una cerimonia d’apertura diversa dalle precedenti. Più povera di quella di Pechino, meno tecnologica rispetto a Londra. Protagonisti sul fronte musicale il samba e le canzoni di Caetano Veloso e Gilberto Gil, mentre dal punto di vista coreografico ecco una festa di Carnevale con tante sorprese. A precedere gli alfieri dei Paesi un carretto simile al triciclo brasiliano. Niente classico giro di pista, ma tutti assiepati sul prato del Maracanà. Riflettori accesi ovviamente sui portabandiera, così per gli azzurri occhi puntati su Federica Pellegrini, che dopo il grande rifiuto di Londra stavolta ha detto sì. Divisa blu e scarpe tricolori per un’Italia di soli atleti, con i dirigenti dirottati in tribuna. Anche gli Stati Uniti hanno scelto come alfiere un nuotatore, anzi il nuotatore per antonomasia, quel Michael Phelps plurimedagliato ai Giochi. Rispetto a Londra nulla da fare per invece per Usain Bolt, con la bandiera giamaicana stavolta dirottata nella mani di Shelly Ann Fraser-Pryce, la Bolt in gonnella.  Tra i personaggi noti con in braccio il vessillo nazionale anche il tennista spagnolo Rafael Nadal e la collega di racchetta Caroline Wodzniacki (Danimarca). La discussa Russia ha optato per il quarantenne pallavolista Sergey Tetyukhin.  Commovente la favola di Yusra Nardini, l’alfiere della squadra dei rifugiati. Poco meno di tre anni fa stava naufragando nel Mar Egeo, poi la diciottenne siriana è riuscita a mettersi in salvo arrivando sulle coste dell’isola di Lesbo.  Un sondaggio sul web ha eletto la pentatleta Yane Marques come portabandiera del Brasile, l’ultima squadra a entrare nell’arena. In mezzo alla sfilata invece l’ingresso in carrozzina di Zahra Nehmati, paralizzata dopo un terremoto ma in gara nel tiro con l’arco. A lei il compito di sventolare il vessillo dell’Iran.  Tante bandiere al vento e tante storie che si perdono nella notte di Rio tra fuochi d’artificio e luci colorate.
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