martedì 27 aprile 2010
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Il genio e la spiritualità di Alessandro Manzoni trovano casa a Milano in «quella gran macchina del Duomo» di Milano. Giovedì sera sotto le volte gotiche della cattedrale ambrosiana le parole del grande scrittore lombardo si mescolano alle musiche e ai testi ispirati dai Promessi Sposi ai due siciliani Michele Guardì e Pippo Flora. Una serata manzoniana nel segno di Fede, Speranza, Carità, le tre virtù teologali alla base del grande romanzo, di cui Giorgio Albertazzi leggerà alcune celebri pagine (da «Vengo a pregarla di una carità» all’incontro tra Federigo e l’Innominato, dallo straziante «Scendeva dalla soglia di uno di quegli usci» fino al «Qui è veramente un’opera di Misericordia... La Provvidenza») intervallate dai numeri dell’«opera popolare» di Michele Guardì che andrà in scena allo stadio di San Siro il 18 giugno e di cui questa è una vera e propria anticipazione. Nel cast Giò di Tonno, Christian Gravina, Noemi Smorra, Graziano Galatone.«I miei Promessi Sposi – ha detto Guardì – non sono un’opera di teatro ma di cuore. Un’opera popolare, ma sempre rispettosa di Manzoni, di cui sono un accanito lettore fin da bambino». Ma c’è anche molto del vissuto del regista televisivo, che ha anche prodotto lo spettacolo: cinque milioni di euro interamente di tasca propria («Cosa me li tengo a fare i soldi? Per comprarmi una casa nuova?): «Vengo dai salesiani, che prima del Pater Noster in latino ci facevano recitare una parafrasi della preghiera in italiano. Quel testo l’ho messo nel Padre Nostro che chiude l’opera». Così anche la scena dell’Azzeccagarbugli: «è la rappresentazione delle vittime della giustizia, qualcosa che mi assilla fin da quando ero giovane avvocato. Mia madre mi diceva: "Ricorda: Gesù ha detto che è meglio assolvere cento rei che condannare un innocente"».«Aprire le porte della Cattedrale a una manifestazione dedicata a Manzoni – ha detto l’arciprete del Duomo monsignor Luigi Manganini – è un’occasione per riflettere sui valori cristiani ma anche per riscoprire e rilanciare il messaggio manzoniano alla luce dell’attuale crisi economica». Per questo motivo a fine spettacolo «sarà possibile fare un’offerta al Fondo diocesano Famiglia Lavoro», voluto dal cardinale Dionigi Tettamanzi (che sarà presente alla serata) per sostenere le famiglie in difficoltà economica e che ha già distribuito sei milioni di euro a tremila nuclei. Lo spirito della serata è stato sposato anche da Giovanni Terzi, assessore ai grandi eventi e grande sostenitore del progetto di Guardì (per il quale ha chiesto anche la cittadinanza onoraria), che ha promesso come Comune, non appena sarà definito il quadro di bilancio, di «destinare una dote al fondo di solidarietà».Cinquemila i biglietti, tutti gratuiti e disponibili da domani mattina al Duomo Point di via Arcivescovado e all’Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele per settanta minuti di musica e teatro guidati «in punta di piedi» da una Lorena Bianchetti «felice di partecipare a questo evento storico, sia per il luogo che per i contenuti». Solo in Lombardia sarà possibile seguire l’evento in diretta su Raitre grazie alla struttura regionale Rai. La serata di San Siro di giugno, da cui sarà ricavato un cd e un dvd, sarà invece trasmessa in autunno da Raiuno in prima serata. Da settembre lo spettacolo sarà per tre settimane al teatro degli Arcimboldi.
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