lunedì 13 febbraio 2017
Il musicista aveva 91 anni. Sul finire degli anni '70 iniziò la sua collaborazione con il cantautore siciliano. Poi si dedicò alle opere di carattere religioso e spirituale.
Il maestro Giusto Pio

Il maestro Giusto Pio

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Il compositore e musicista Giusto Pio, protagonista della musica a fianco per tanti anni di Franco Battiato, è morto domenica a Castelfranco Veneto, la sua città natale. Pio aveva compiuto 91 anni un mese fa. Il suo nome era diventato conosciuto al grande pubblico grazie alla collaborazione avviata sul finire degli anni '70 con Battiato, ma nella sua carriera aveva poi collaborato con altri
cantanti di successo, come Giusi Russo o Milva. Come autore aveva anche cofirmato un brano portato al successo a Sanremo da
Alice, Per Elisa.

Personaggio eclettico nel campo musicale, come compositore, arrangiatore, aveva incontrato Battiato per la sua grande capacità di violinista. Proprio dal suo tocco magico al violino sarebbe rimasto affascinato Battiato che lo volle come insegnante. Oltre alle collaborazioni con l'artista siciliano - memorabile L'era del cinghiale bianco - il musicista trevigiano aveva al suo attivo una decina di incisioni di album in studio ma anche un centinaio di canzoni. Importanti anche le sue sperimentazioni nel campo della musica elettronica. Pio aveva studiato al conservatorio di Venezia e si era trasferito poi a Milano prima di fare ritorno anni fa nella sua
Castelfranco. Martedì nella sua città i funerali

"Ciao Maestro Giusto Pio...". Così Franco Battiato, dal suo profilo Facebook, dà l'addio al compositore.

L'esibizione in Vaticano davanti a Giovanni Paolo II

Vestito di bianco come Giovanni Paolo II; era il 1989 quando nella sala Nervi in Vaticano il maestro Giusto Pio dirigeva l'orchestra
e l'amico Franco Battiato al cospetto del Pontefice a cui sei anni più tardi avrebbe dedicato la sua Missa Populi, approdo musicale e spirituale di anni di ricerca e sperimentazione compositiva. Figlio del cattolicissimo Veneto, Giusto Pio ha sempre tenuta scolpita nella memoria e nel cuore quella giornata, ideale vertice di una vita di tensione verso l'assoluto spirituale e musicale.

In occasione del suo 90esimo compleanno, l'11 gennaio 2016, Avvenire gli dedicò un lungo articolo a firma di Massimo Iondini, che sentì Battiato. «Con Giusto siamo stati compagni di cammino personale e artistico per una vita. Ci siamo molto influenzati a vicenda. Un transfer di energie e sensibilità musicali».

Quella volta in Vaticano, cromaticamente Pio e Battiato erano in consonanza eppure diversissimi, uno in bianco e l'altro in nero come i tasti del pianoforte. E differenti furono anche nel salutare Wojtyla: l'inchino e il bacio di Pio, la più laica stretta di mano di Battiato. Ma l'intensità di quella chiamata del Papa era tutta nella voce di Battiato strozzata dall'emozione nel passaggio
«questo sentimento popolare nasce da meccaniche divine» in E ti vengo a cercare, eseguito per Giovanni Paolo II insieme a Oceano di silenzio.


«Giusto Pio era un musicista classico, suonava il violino in orchestra e da solista – raccontava un anno fa Battiato –. Una volta gli proposi di venire con me a fare musica sperimentale. Era il 1977 a Brescia. "Non me la sento, è una cosa per me difficile, non è il mio genere" mi rispose. Alla fine salì sul palco. Suonammo tutti i brani in scaletta e facemmo molta improvvisazione. Dopo quasi due ore, stremato, smisi di suonare ma lui era ancora sul palco».

Fu proprio il violino a farli conoscere. «Mi piaceva il suono del violino e mi ero messo in testa d'imparare a suonarlo – ricorda Battiato –. Abitavo a Milano e il mio amico pianista Antonio Ballista mi disse: "Ti porto io da un bravissimo maestro". All'inizio Giusto Pio non era molto entusiasta, non voleva insegnare. Mi riceveva a casa sua soltanto la domenica pomeriggio. Io mi divertivo molto e Pio era contento di me. Studiai per tre anni, poi il nostro rapporto portò ad altro». E il suono del violino divenne l'incipit dell'esordio pop di Battiato. Era il 1979 e quel refrain inconfondibile de L'era del cinghiale bianco, eseguito da Giusto Pio («Io gli avevo cantato il motivo e lui l'aveva immortalato al violino – svela Battiato –. Era molto bravo e creativo con lo strumento, sapeva sovrapporre diverse frasi e col suo solo violino dava vita a un'orchestra»), rappresenta il marchio di fabbrica di un rivoluzionario stile compositivo.

La premiata ditta Battiato-Pio prende il volo

Arrivano anche le canzoni scritte per Alice (come Per Elisa), Milva e Giuni Russo. La collaborazione con Battiato continua fino agli
anni 90. «Ci siamo sempre dati del lei – racconta – è più appagante. Così come ho fatto poi con Manlio Sgalambro. Dopo la collaborazione con me, Pio ha preso una sua via, componendo molte opere di carattere religioso e spirituale. La sua vera strada». Da Utopie, A.D.A.M. ubi es, Missa Populi e al più recente trittico Isaia, Beatitudini e Visione. «Scrivere queste composizioni – disse Pio a suo tempo – era diventata per me una necessità. La risposta a una domanda profonda, un atto di fede».




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