La
Milano-Sanremo torna a parlare
francese con il 25enne
Arnaud
Demare (Fdj) che, davanti a
Swift (Sky) e
Roelandts (Lotto),
rompe il digiuno dei transalpini in Riviera dopo 21 anni, in una
giornata amara per gli italiani.
L'edizione numero 107 della
Classicissima, squassata in corsa per la
frana ad Arenzano e con
gli organizzatori costretti a
deviare il percorso
sull'autostrada, premia un giovane outsider, abile a rientrare
in gruppo dopo una caduta, resistere agli attacchi su e giù dal
Poggio e battere i favoriti in una volata rocambolesca.
"La
Milano-Sanremo è qualcosa di troppo grande per me - l'emozione a
caldo di
Demare -. Sono felice, è davvero incredibile, non credo
ancora a quello che ho fatto. Sono sorpreso". Demare, finito a
terra con Matthews prima della Cipressa, già nel 2011 riuscì a
laurearsi campione del Mondo tra gli Under23 dopo aver rimediato
ad una caduta.
Probabilmente ha ragione Cancellara quando dice che "la
Sanremo è la classica monumento più facile da correre ma la più
difficile da vincere". La fulminea sparata dello svizzero a un
chilometro dall'arrivo non ha fortuna e nello sprint succede di
tutto tra imprevisti e noie meccaniche: Sagan tocca Gaviria che
cade e ostacola involontariamente il campione del Mondo,
compromettendo così la volata dei big che stavano a ruota.
Bouhanni, in ottima posizione, deve smettere di pedalare a 200
metri dalla fine per un salto di catena e attraversa la linea
del traguardo al quarto posto scaricando la sua rabbia con
vibranti pugni sul manubrio. Delusioni anche per Van Avermaet,
fresco vincitore della Tirreno-Adriatico e solo quinto, e
Kristoff, già campione nel 2014 e arrivato sesto.
Male invece gli italiani.
Nibali è stato di parola, ha
attaccato di puro orgoglio per due volte nella discesa del
Poggio ma è stato chiuso da Cancellara e Trentin. "In queste
condizioni è una Sanremo adatta solo ai velocisti - commenta
sconsolato lo Squalo -. In una gara così non posso inventarmi
più di questo".
Migliore azzurro sul traguardo di via Roma
Pippo
Pozzato, ottavo davanti a Colbrelli e Trentin: "È sempre il
solito casino - recrimina amaro l'ultimo nostro vincitore in
Riviera, nel 2006 -. Tutti vogliono stare davanti anche se non
hanno le gambe. Il mio è un bel piazzamento ma poco importa.
Alla Sanremo conta solo vincere".