sabato 24 aprile 2010
Il Daspo, il provvedimento che impedisce l'accesso alle strutture sportive, dovrebbe essere comminato anche a certi giocatori e a certi genitorì. Lo ha detto il ministro a Pistoia parlando delle iniziative del Viminale per arginare la violenza negli stadi.
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Fuori dagli stadi bisognerebbe tenere, oltre a certi tifosi, anche alcuni giocatori poco sportivi. Lo ha detto oggi il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che ha parlato di un ritorno alla violenza nel mondo del calcio.«Non sarebbe male pensare una forma di Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive) anche per questi giocatori, per i quali l'etica è un optional e contano solo i soldi», ha detto Maroni a margine di una premiazione a Pistoia, facendo riferimento a un calcio sferrato da un giocatore ad un avversario durante il derby Roma-Lazio.Spiegando che in cinque anni sono stati comminati 4.000 Daspo, Maroni ha detto che «c'è preoccupazione perché soltanto in questo campionato ne sono stati dati 1.550, e questo desta preoccupazione perché vuol dire che c'è un ritorno della violenza negli stadi».Maroni ha poi sottolineato l'esigenza di «una grande riforma per gli stadi perché attualmente sono tutti di proprietà dei comuni, tranne l'Olimpico, e vengono dati alle società soltanto la domenica mattina o il sabato pomeriggio e questo crea problemi per la sicurezza, perché spesso durante la settimana vengono portate dentro cose che non ci si possono portare, e quindi non c'è il controllo da parte delle società».«Mi auguro che venga approvata entro la legislatura» una proposta di legge in materia attualmente in Parlamento, ha concluso il ministro.
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