martedì 28 agosto 2012
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​La spedizione azzurra va a caccia di medaglie, con 98 atleti partiti Londra. Ce ne saranno 4200, arrivati da tutto il mondo, per continuare a tenere accesa la fiaccola dello sport. Le Paralimpiadi fanno rima con passione: 2,2 milioni di biglietti già venduti, 20 sport adattati alle caratteristiche dei partecipanti, negli impianti che hanno già fatto da palcoscenico ai Giochi dei normodotati.«Affrontiamo l'appuntamento con le Paralimpiadi di Londra 2012 con grande ottimismo, per il grande risultato degli ultimi 25 anni con la delegazione più ampia da quella di Seul», afferma al Tg1 Luca Pancalli, vicepresidente del Coni, parlando della spedizione azzurra. Da Sir Philip Craven, presidente del Comitato paralimpico internazionale, arriva invece un appello: «Per favore, non chiamateli più disabili. Questo è sport, non si tratta di disabilità». Secondo Craven, che ha rappresentato la Gran Bretagna nel basket in sedia a rotelle ai Giochi tra il 1972 ed il 1988, l'edizione londinese porterà le Paralimpiadi ad «una nuova frontiera». A Londra intanto fra le lanciatrici del peso non vedenti non c’è pace. Il primato del mondo era in mano sino allo scorso maggio alla cinese Liangmin Zhang con i suoi 11.84, poi l’azzurra Assunta Legnante ai campionati italiani assoluti paralimpici per ben due volte lancia a 13.27: nuovo primato mondiale. Ciò che non fa dormire le lanciatrici di tutto il mondo è che nei mesi successivi l’azzurra si supera ancora più volte, lanciando a fine luglio a 15.89 metri. Le gare femminili non vedenti del lancio del peso, che iniziano il 5 settembre, saranno uno spettacolo. Per i numeri, per i record, per le storie personali delle atlete. Come quella di Assunta Legnante, 34 anni, di Frattamaggiore (Napoli), un nome che appassionati sportivi avranno riconosciuto. È lei infatti la campionessa del lancio del peso normodotati, attuale detentrice del record italiano indoor: 19,20 metri. Assunta dalla scorsa primavera è atleta paralimpica per via della cecità. Non una sorpresa. Assunta sapeva che prima o poi i suoi occhi si sarebbero spenti. Aveva dovuto fare i conti con il glaucoma congenito già nel 2004 quando non potè partire per le Olimpiadi di Atene e non riuscì a partecipare neppure ai giochi del Mediterraneo l’anno dopo. Poi le cure stabilizzano la malattia tanto che ai mondiali di Osaka del 2007 fu la capitana degli azzurri.«Dall’occhio sinistro ho sempre visto pochissimo. Ma sin tanto che c’è stato il destro…», spiega lei. Nel 2009 il ritiro dalla vita sportiva perché Assunta doveva prender le misure con la sua altra vita, quella al buio. Poi succede tutto in fretta. «Hanno fatto tutto Fidal e Cip, complice la vicinanza dei rispettivi uffici di Roma, che mi hanno proposto di provare. Così in un mese, tesseramento e prove lanci al buio. E subito i Campionati di Torino». E adesso le Paralimpiadi di Londra con lancio del peso e del disco (in questa disciplina gareggerà il 1 settembre). Che effetto fa a chi, solo quattro anni fa era a Pechino alle Olimpiadi? Intanto c’è da sintonizzare tecnica e cecità. «Nel lancio di 13,24 metri non ho fatto la traslocazione (la spinta rotatoria, ndr). Non mi sentivo ancora pronta. Per metterla a punto ci vuole tempo», spiega. Assunta si è allenata condividendo l’obiettivo di Londra con Andrea Tonelli suo compagno nella vita e allenatore. «Sto lanciando facendo appello all’esperienza». Che comincia all’età di 15 anni, sua prima maglia in nazionale. Più che di competenza, di automatismo, Assunta è dotata di un senso per il lancio. Un senso che la cecità non è riuscito a disorientare.
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