La pirateria cinematografica crea ogni anno un danno da 530 milioni di euro che mette a rischio il lavoro di 250mila persone ed ha come complici circa 16milioni di italiani. Le prime cifre della ricerca condotta dall’Ipsos per la Federazione anti pirateria audiovisiva ( Fapav) mostrano un quadro allarmante di un fenomeno in espansione. « Solo nel corso dell’ultimo anno il mercato illegale ha fatto circolare 355 milioni di copie di film piratati, per un fatturato di 332 milioni di euro » . Chiedere una legge efficace per combattere la pirateria e proporre un sistema deterrente, gli obiettivi del presidente Favap, Filippo Roviglioni che alla presentazione dell’indagine, nella sede della Casa del Cinema di Roma, ha invitato registi, come Giuseppe Tornatore, Paolo Virzì, Enrico Vanzina e Leonardo Pieraccioni, e addetti ai lavori, quali Riccardo Tozzi di Cattleya e Davide Rossi di Univideo. Mentre il sottosegretario con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha annunciato che « in Commissione europea è in preparazione una direttiva per contrastare il problema». In un anno, il 32 per cento del campione intervistato (2038 adulti, dai 15 ai 55 anni) ha fruito di copie «taroccate» di film. Nel dettaglio, ogni «pirata» ha visto illegalmente almeno 21 titoli, per un totale di 354.800.000 milioni di visioni illecite, contro i 229.000.000 milioni del Regno Unito. Il 70 per cento dei « pirati » , in assenza di un’offerta illecita, dichiara che pagherebbe per vedere un prodotto audiovisivo. La realtà però, è che questo mercato è in continuo aumento, soprattutto attraverso il web. « Dalla strada la partita si è spostata su internet – afferma Roviglioni – e beccare coloro che scaricano illegalmente è molto più complicato » . Scende infatti, l’acquisto di dvd contraffati (la cosiddetta «pirateria fisica » che incide per il 17 per cento), a fronte della crescita della «pirateria digitale » (+ 7 per cento la fruizione di film pirata via internet, negli ultimi dodici mesi) che coinvolge il 21 per cento del campione. Il terzo tipo di pirateria è quella « indiretta » , riguarda il prestito o il regalo e la visione dvd illegali a casa di partenti e amici, per un totale del 24 per cento. E se Tozzi, patron di Cattleya e presidente dei produttori Anica, ritiene che queste percentuali vadano considerate come « potenziali clienti » ai quali bisogna proporre « un’offerta legale appetibile su internet con prezzi bassi e giusti », Romani precisa che l’Italia potrebbe prendere in esame il meccanismo del warning ( in discussione nel Parlamento francese). Sistema che informa dell’illecito in atto con un avviso sul proprio pc e prosegue, se non ci sé fermati, con la disconnessione forzata. L’indagine traccia anche la carta d’identità dei soggetti che comprano o scaricano film contraffatti. La pirateria fisica coinvolge per lo più maschi dai 35 anni in su e delle regioni del Sud, mentre quella digitale dilaga tra i giovani dai 15 ai 24 anni del Nord Ovest.