La terza edizione di "Mask to Ride - Nessuno escluso"
Sì, si può. Non uno slogan, ma una pratica di vita, perché «la disabilità non è un limite, ma può essere una ricchezza» sostiene Mattia Cattapan, campione di kart cross in questi giorni impegnato nella terza edizione di “Mask to Ride - Nessuno escluso”. Si tratta di una serie di esibizioni motoristiche - acrobazie, impennate, salti tramite una rampa - che, partite il 6 giugno dal centro per disabili di Cusighe (Belluno), in un tour denso di appuntamenti - due o più al giorno - si svolgono in città di tutta Italia, da Brescia a Torino, da Chiavari a Napoli, da Belluno a Folgaria: qui il tour si concluderà il 19 giugno dopo aver percorso 3500 chilometri. Le esibizioni vedono impegnato anche l’asso del motocross freestyle Alvaro Dal Farra: la motocicletta di quest’ultimo e la carrozzina a tre ruote di Mattia, dotata di motore elettrico e anch’essa attrezzata per il cross, intrecciano percorsi spericolati, giravolte, balzi e derapate che danno il senso di un’incredibile libertà di movimento. Mattia sin da bambino imparò a coltivare la passione per il motocross e, crescendo, ne divenne un campione. Ma un incidente nel 2013 gli tolse l’uso delle gambe. Da allora può muoversi solo sulla sedia a rotelle. Lungi dall’arrendersi, ne ha inventata una capace di affrontare percorsi fuoristrada, di raggiungere i 130 km/h e di partecipare in competizioni da cross: e lui infatti è l’unico disabile a competere con i normodotati nei tornei di kart cross.
Ma il suo interesse principale è lavorare col suo team alle esibizioni il cui scopo è diffondere un messaggio di speranza. «Lo sport è importante - spiega - per mostrare come chiunque, anche chi si trova addosso limitazioni fisiche, può riuscire a muoversi e, soprattutto, a godersi la vita: a gioire, senza stare a piangersi addosso. Questo mi hanno insegnato gli amici paraplegici dopo il mio incidente. E questo, con le mie esibizioni, desidero trasmettere agli altri». Ma non c’è pericolo in quel che fa? Non corre il rischio di altri incidenti? «La vita è tutta un rischio. Ma ovviamente le esibizioni sono ben studiate e preparate: no, in realtà non ci sono pericoli, è tutto molto ben controllato. E riusciamo a mettere in pista questi eventi anche in spazi molto limitati». Nel tour di quest’anno uno degli incontri si svolge presso l’unità spinale dell’ospedale di Niguarda a Milano: «È lì che fui ricoverato ed è lì che mi curarono dopo l’incidente. Per questo tengo in particolare a portare il mio messaggio a chi oggi vi è ricoverato e ha di fronte la prospettiva di doversi rifare la vita».
In questo modo le esibizioni di motocross diventano “mototerapia”, sono fonte di divertimento e coinvolgono. Perché, tra l’altro, sono frutto di collaborazione: come riferisce Cattapan, i suoi tour vedono impegnata, oltre a Dal Farra, anche tutta una squadra di persone dedite a preparare i siti, alla comunicazione, al dialogo con gli spettatori. E questi sono a loro volta perlopiù disabili, poiché gli eventi si svolgono in centri per l’assistenza e la riabilitazione. Il tour di quest’anno è dedicato in particolare alla recentemente scomparsa Sara Rubatto, collega di Cattapan, cicloviaggiatrice, fondatrice di “Più Sport Più Emozioni” con cui organizzò il Giro d’Italia di Triathlon solidale con disabili. Mask to Ride deve il nome al fatto che è nato per distribuire mascherine nei mesi in cui sorse il problema della pandemia, finanziato («lo scriva» insiste Cattapan) da Nicola Barchet, imprenditore impegnato nel sociale. Ma l’opera di Cattapan si dispiega lungo tutto l’anno in molteplici iniziative simili, che svolge con la fondazione CROSSabili, da lui costituita per incentivare i giovani a credere nei sogni e per avvicinarli alle attività sportive e ricreative. Tra queste, recentemente hanno avuto luogo “Imbarcabili”, una gara di pesca nelle acque di Chioggia che ha coinvolto diversi disabili, e visite guidate a città come Venezia o Milano. Per dimostrare come sia possibile muoversi ovunque, anche dove vi sono ostacoli ardui da superare.