Impressioni di settembre – appena lasciato alle spalle – ci dicono che il campionato potrebbe diventare un affare a due: tra l’invincibile armata
Juventus e il
Napoli da cinepallone di De Laurentiis. La Juve di Firenze era sembrata un po’ spuntata, poi è bastata la visita di una Rometta svagata, del “nemico” storico Zdenek Zeman, per rianimare anche le seconde linee di Conte. «Cambiando l’ordine dei fattori il contadino non cambia», recita un esilarante Bergonzoni. Ebbene anche alla Juventus, puoi mandare in panchina o in conferenza stampa il vice Carrera o il preparatore dei portieri Filippi, che tanto ormai i bianconeri in campo, se ispirati, sono sacchianamente «padroni assoluti del campo e del gioco». Nella sagra del gol del sabato sera, contro una Roma che in pratica attacca in undici e difende solo con il povero portiere Stekelenburg, momenti di gloria anche per Matri, a secco da sette mesi diventa il 9° giocatore juventino ad andare in rete nelle prime sei partite: 5 vittorie e un pareggio che allungano la striscia di imbattibilità dell’era Conte a 44 gare. Tanta roba. Al Napoli co-capolista invece basta poco, un rigorino per compiere il blitz a Marassi contro la ex imbattuta Samp dell’ex scugnizzo azzurro
Ciro Ferrara. Per il mister doriano l’unica consolazione di giornata sono state le maglie regalate ai figli dal “matador” Cavani sempre più re dei bomber con 6 reti in altrettante partite. L’Inter finalmente abbandona “San Zero” e ritrova le luci a San Siro. La squadra di “Stramourinho” Stramaccioni colora la casella delle vittorie casalinghe, superando una Fiorentina estetica, ma «poco concreta», commenta il signorino Montella, punito dalla mossa a sorpresa Coutinho e dall’inesauribile fantasia di un suo ex compagno di squadra ai tempi della Roma di Capello,
Antonio Cassano. FantAntonio segna e manda in gol Milito, come e quando vuole. Un Cassano così è già un rimpianto per un Milan in cui per fortuna che c’è
El Shaarawy. Il giovane “Faraone” tiene a galla i rossoneri a Parma, ma domenica prossima gli verrà chiesto di diventare l’ uomo-derby contro l’Inter e allora scopriremo se è possibile restare Allegri anche dopo aver perso in estate Ibrahimovic, Thiago Silva, Cassano, Nesta, Gattuso, Zambrotta, eccetera eccetera eccetera…
Gente che va e gente che torna alla ribalta, come il bomber tascabile del Palermo Fabrizio Miccoli. Dopo essersi comprato all’asta gli orecchini di Maradona e tatuato il volto del “Che” sul polpaccio, «perché ce l’ha anche Diego», contro il Chievo il “Romario del Salento” cala un tris d’autore con una perla da cineteca: tiro al volo da 41 metri, di quelli che faceva soltanto il suo idolo, “El Pibe de Oro”. Palermo respira, mentre Cagliari va in apnea. Il fattore campo per i sardi è completamente azzerato, nonostante lo stadio-farsa di Is Arenas per la prima volta in questa stagione sia stato regolarmente aperto a circa 5mila “privilegiati”. La sconfitta del Cagliari con il Pescara potrebbe costare la panchina a Massimo Ficcadenti, sarebbe il secondo esonero dopo quello di Sannino a Palermo. In tal caso media nazionale rispettata, così come la fama di “mangiallenatori” di Cellino, secondo solo al cannibale delle panchine Zamparini. Se il pallone fa giri strani, il 96° Giro d’Italia invece si “normalizza”, un solo sconfinamento in Francia e in vetrina il meglio delle salite alpine e del Sud del Belpaese. Partenza il 4 maggio da Napoli e chiusura il 23, ma non con la classica passerella per le vie di Milano, bensì arrivo finale a Brescia. Chi non arriva più sul podio ormai è Valentino Rossi, 8° e staccatissimo con la sua Ducati al GP di Spagna dove i padroni di casa Pedrosa e Lorenzo il magnifico (sempre più lanciato verso il suo secondo titolo Mondiale della MotoGp ) si sono presi rispettivamente il 1° e il 2° gradino, lasciando il 3° al nostro “generoso” Dovizioso.