Il vecchio Woody colpisce ancora. Sulla Croisette, in apertura del 64esimo Festival di Cannes, Allen ci regala un film romantico, divertente, che guarda con ironica lucidità al presente. Forse al futuro, a dispetto dell’età del suo autore. E chi si aspettava dal regista newyorkese una delle sue ultime, non certo entusiasmanti "commedie turistiche" sulla scia di
Vicky Cristina Barcelona, ha dovuto ricredersi perché
Midnight in Paris, ambientato questa volta nella capitale francese (in Italia lo distribuirà Medusa tra novembre e dicembre), parte da uno spunto non originalissimo – una famiglia di americani in visita alla Ville Lumière non è in grado di apprezzare la cultura europea – per poi "svoltare" con una sorta di imprevisto viaggio nel tempo.Si, perché Gil (Owen Wilson, in un ruolo che lo stesso Allen avrebbe potuto interpretate da giovane), sceneggiatore hollywoodiano, aspirante scrittore e prossimo alle nozze con Inez (Rachel McAdams), ama Parigi bagnata dalla pioggia e rimpiange di non averla vissuta negli anni Venti. Una sera, rimasto solo, allo scoccare della mezzanotte, viene invitato a salire su un’auto d’epoca e come per magia si ritroverà nella città dei suoi sogni. Così, girovagando tra locali notturni, conoscerà da vicino i miti della sua giovinezza, da Scott Fitzgerald a Hemingway, da Picasso alla Stein (alla quale darà da leggere il manoscritto del suo romanzo), da Bunuel a Dalì e Cole Porter. Ma quando incontra Adriana, allieva di Coco Chanel, e si innamora di lei, scopre che la ragazza sogna di vivere nel periodo della Belle Epoque. E ancora per magia una carrozza trasporterà entrambi al tempo di Lautrec, Gauguin e Degas, i quali a loro volta vorrebbero aver vissuto nel Rinascimento.Un rimpianto senza fine, insomma. Ma quello non è il tempo di Gil, e forse non lo sono neppure gli anni Venti. «Pensare che in passato si vivesse meglio di oggi – dice Allen – è una trappola nella quale sarebbe meglio non cadere. Ve lo immaginate un mondo senza la novocaina del dentista o l’aria condizionata? Io non tornerei mai indietro, sono felice di vivere in questo presente». E la premiere dame francese? Carla Bruni interpreta un piccolissimo ruolo, quella di una guida turistica, ed è di scena per circa tre minuti. Tutto qui. «Una mattina facevo colazione con il presidente Sarkozy, Carla ci ha raggiunti, l’ho trovata bellissima e carismatica. Le ho offerto un piccolo ruolo, lei ha accettato con gioia, ci siamo intesi al volo».Patria del cinema d’arte, la Francia ha sempre appassionato il regista che a Parigi aveva già girato
Tutti dicono I Love You. Ma lui non si considera alla pari degli autori europei che hanno contribuito alla sua formazione: «Sono solo un regista molto fortunato ma non credo di avere un particolare talento: i veri artisti sono Fellini, Kurosawa, Bergman». E il film
Bop Decameron che girerà a Roma con Benigni? «Per noi americani che amiamo le antiche bellezze Roma è una città carismatica, la più romantica che ci sia. L’ispirazione del film è al
Decamerone di Boccaccio. Ho preso tanti piccoli pezzi dell’opera che però reinterpreto con assoluta libertà». E Benigni? «È un mito. Ci sarà e sono deliziato della sua presenza. Se penso al cinema italiano di oggi il primo nome che mi viene in mente è proprio quello di Roberto».