La cattiva notizia è che - spesso senza saperlo - viviamo in edifici «malati». Numerosi agenti inquinanti peggiorano la qualità dell'aria che respiriamo nelle nostre abitazioni (e uffici, scuole, asili nido e altri luoghi pubblici), rivelandosi a lungo andare tossici. Perché provocano allergie, cefalee, affaticamento, infiammazioni oculari, fastidi alle vie respiratorie, o anche conseguenze più gravi: si parla, allora, di «Sindrome dell'edificio malato» (Sick Building Syndrome). Una vera e propria patologia alla quale l'Organizzazione mondiale della sanità riconduce centinaia di migliaia di morti all'anno.Le buone notizie sono due: la prima è che alcune specie di piante sono in grado di catturare l'80% dell'inquinamento «indoor», rilasciando al contempo umidità e ossigeno e depurando l'aria delle nostre case. La seconda è che è stata creata - in Italia - un'app in grado di monitorare (e migliorare) l'aria in ambienti chiusi. Grazie, appunto, alle piante.La sfida di Iaqy. Il sistema (integrato a un dispositivo intelligente) si chiama Iaqy (www.iaqy.it) ed è l'invenzione che una squadra di sei giovani universitari e web makers presenterà a ottobre all'Internet Festival di Pisa, nella vetrina dedicata alle app più innovative.
Iaqy, come una sorta di «naso elettronico», fiuta il problema nell'aria, avverte l'utente con un sms in caso di livelli elevati di un particolare inquinante (formaldeide, monossido di carbonio, biossido di azoto, ammonia, particolato) e - qui viene il bello - consiglia la pianta più adatta a depurare o a prevenire l'accumulo. Una vetrina di e-commerce collegata permetterà all'utente di acquistare con un click le piante presso un rivenditore della propria città. Obiettivo ambienti sempre più salubri. E più belli.