Il Napoli perde a Roma, 1-0, e la Juventus vince il suo quinto scudetto consecutivo con 3 giornate di anticipo.
Pokerissimo di scudetti, come nel quinquennio tra il 1931 ed il '35 (e come il Grande Torino dal 43' al 49'). La Juventus è riuscita in un'altra impresa
straordinaria, diversa però dai 4 precedenti titoli: questa
volta partenza al rallentatore, poi rimonta irresistibile con 16
successi uno di dietro l'altro, il sorpasso al Napoli nel
confronto diretto e, infine, l'allungo perentorio con vittoria
per distacco.
A un certo punto della stagione il 3° posto sembrava il
massimo obiettivo da riacciuffare. All'assemblea degli azionisti
- il 23 ottobre - la Juventus era 14/a. "Una posizione
inaccettabile", aveva tuonato il presidente Andrea Agnelli, pur
confermando la fiducia ad Allegri. Mossa vincente.
La Juventus aveva messo in conto qualche difficoltà in più,
dopo la strepitosa stagione con scudetto, Coppa Italia e finale
di Champions. In un colpo solo aveva perso tre big, Tevez, Pirlo
e Vidal, in rosa aveva 10 nuovi giocatori, Marotta e il suo
staff non era riusciti a prendere il trequartista cercato. Ma la
Juventus aveva pur sempre tenuto Pogba, soffiato Dybala alla
concorrenza con grande tempismo, e con largo anticipo si era
assicurata la classe e l'esperienza di Mandzukic e Khedira.
Un
allarme era suonato nell'estate, dopo la sconfitta
nell'amichevole con il Marsiglia. "C'è una brutta aria intorno
alla Juve", aveva detto Allegri. Ma poi era arrivato il
successo, a Shangai nella Supercoppa con la Lazio.
Il campionato però, con Marchisio e Morata fuori per
infortunio, era iniziato malissimo. Debutto choc, 0-1 con
l'Udinese - il primo inizio con sconfitta in casa nella storia
bianconera - squadra a zero punti anche dopo 180', avendo perso
contro la Roma. E solo un pareggio alla terza giornata, 1-1 con
il Chievo, con fischi nell'intervallo e Buffon a rabbonire i
tifosi arrabbiati, molti già con pollice verso nei confronti di
Allegri.
Alla quarta giornata il primo successo, 2-0 sul Genoa,
ma già prima i bianconeri avevano rialzato la testa, vincendo a
Manchester in rimonta contro il City. Tutto risolto? Sul piano
dei risultati no, ed ecco un nuovo passo falso allo 'Stadium',
l'1-1 con il Frosinone, e poi la sconfitta a Napoli. Alti e
bassi fino alla 10/a giornata: Juve ko a Sassuolo, quarta
sconfitta stagionale e in apparenza addio sogni di gloria.
"Pazienza, bisogna avere pazienza", aveva predicato Allegri,
senza riuscire a convincere i critici più scettici. Ma proprio
nel punto più basso - "primo tempo indegno, siamo stati
indecorosi", aveva ammesso Buffon con un'autocritica senza alibi
- è scattata la molla. Ritiro anticipato, "ci siamo guardati
negli occhi, abbiamo discusso e abbiamo capito cosa avremmo
dovuto fare, quali errori stavamo commettendo", hanno poi
spiegato molti giocatori bianconeri.
La svolta all'ultimo minuto del derby, giocato per la prima
volta dopo tanti anni dietro al Torino in classifica. All'ultimo
assalto, tocco in spaccata di Cuadrado e la palla è rotolata in
rete. È stato, l'inizio della riscossa bianconera: 15 vittorie
consecutive, contro grandi e piccole, l'esplosione di Dybala, il
ritorno a buoni livelli di Pogba, la difesa di nuovo granitica.
La rincorsa è diventata esaltante, un sorpasso dietro l'altro.
Davanti era rimasto soltanto il Napoli, ma l'equilibrio dello
scontro diretto, giocato a Torino, è stato rotto da Zaza quando
la partita sembrava incanalata verso lo 0-0. Napoli superato,
Juve di nuovo regina. Dopo di allora un solo mezzo passo falso,
lo 0-0 di Bologna, 24 vittorie in 25 partite, un nuovo allungo
quando il Napoli è naufragato a Udine.