mercoledì 5 giugno 2013
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Prima dello “ius soli” arriva lo “ius ori”. Iosefa Idem, che di medaglie da atleta ne ha vinte tante in azzurro pur essendo nata in Germania, da neo-ministra dello sport lancia la proposta: «La cittadinanza italiana si potrà avere anche per meriti sportivi...». In sostanza, la Idem spinge l’idea di un riconoscimento per gli atleti stranieri che si sono distinti «per alti meriti sportivi». La norma riguarderebbe i minori stranieri tesserati nel nostro Paese e i cui genitori soggiornano regolarmente in Italia.La cittadinanza “per meriti sportivi” in realtà non è una novità assoluta. Già molti anni fa l’allora presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, premiò in questo modo il croato Ratko Rudic, commissario tecnico della pallanuoto azzurra ai tempi in cui raccoglieva continuamente successi, tra l’Olimpiade di Barcellona e i Mondiali di Roma del 1994. «Sono l’esempio vivente di cosa pensa Josefa Idem – racconta oggi Rudic –. La sua proposta è un fatto positivo, come io fui molto onorato della scelta di Scalfaro. Fu una cosa molto bella: gli presentai la richiesta durante una premiazione di medaglie olimpiche al Quirinale e lui la accolse. Ma il mio è stato un caso molto particolare, me ne rendo conto: mia figlia venne a stare in Italia che aveva già 20 anni, e la cittadinanza non gliel’hanno data...».«Comunque – conclude Rudic, che ha vinto l’Olimpiade a Londra alla guida della nazionale croata – l’idea della Idem è giusta, specie se riguarda i ragazzi figli di immigrati, che sono nati in Italia ma non possono diventarne cittadini fino al compimento dei 18 anni. So che da voi ci sono casi del genere nell’atletica, e questi ragazzi non possono rappresentare l’Italia per motivi burocratici: questo è antitetico rispetto al pensiero di una sportiva prestata alla politica come Josefa».Quella della cittadinanza è solo una delle battaglie che la Idem si appresta a fare in Parlamento. Un altro obiettivo illustrato ieri in commissione Cultura alla Camera dal ministro delle Pari Opportunità e Sport è l’estensione dei diritti pensionistici e di tutela della maternità anche agli sportivi non professionisti. Nei programmi dell’ex olimpionica della canoa c’è anche la lotta senza quartiere alle barriere architettoniche negli spazi sportivi: «Non possiamo più tollerare – ha detto il ministro – che degli atleti, amatori e agonisti, non possono accedere a palestre per colpa di barriere architettoniche. Nel 2013 questo non è più accettabile. Per un paese civile non devono esistere gli atleti e le atlete diversamente abili: esistono gli atleti e le atlete». Proprio parlando dell’impiantistica la Idem ha spiegato che «non si deve pensare solo alle grandi infrastrutture, ma attenzionare soprattutto i piccoli impianti, le scuole e le università». Secondo il ministro «sono necessari ampi programmi rivolti all’impiantistica, per la promozione dello sport di base e dilettantistico».La Idem ha poi reso noto di aver «già dato impulso alle procedure per l’erogazione delle risorse» del Fondo per lo sviluppo dell’impiantisca sportiva, che ha una dotazione di 23 milioni di euro. Il ministro ha anche annunciato di voler incentivare, d’accordo con il Coni, la realizzazione dei Giochi sportivi studenteschi nelle scuole secondarie e i campionati universitari. «Penso – ha aggiunto – anche a un opportuno coinvolgimento dell’Università dedicata allo sport, quella del Foro Italico, un’eccellenza che l’Italia è tra i pochi a poter vantare in Europa».Impegno coordinato a livello internazionale per combattere adeguatamente il fenomeno delle partite truccate, è l’altra sfida in agenda del ministro, che ha confermato tutti gli impegni dell’Italia contro il dolo nelle gare sportive: «Il fenomeno necessita di una risposta forte e coordinata. L’Italia partecipa al gruppo di lavoro che dovrà scrivere la nuova Convenzione contro la manipolazione dei risultati sportivi istituita presso il Consiglio d’Europa».
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