mercoledì 9 gennaio 2013
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​Vedi quello che è successo a Is Arenas, l’impianto bricolage, il “fai da te” del presidente del Cagliari, Cellino - “semichiuso” e concesso in affitto dal comune sardo - e capisci subito che l’Italia è ancora un Paese all’ultimo stadio.La macchina burocratica è più lenta di quel brasiliano della Roma anni ’80, Andrade, e così i tanto agognati stadi di proprietà dei club, sul “modello inglese”, restano incagliati sulla carta. A politici e presidenti delle società, sfugge poi un dettaglio non irrilevante: la Premier inglese ha investito ben 4 miliardi di euro per i nuovi stadi. La Germania di frau Angela Merkel nel 2006 si è presentata al Mondo con impianti nuovi o appena ristrutturati, per una spesa complessiva di 2 miliardi di euro. Noi, siamo fermi ai 125 milioni di euro che ha messo la Juventus per il suo Stadium.Perché stupirsi dunque se la Serie A alla voce “ricavi da stadio” è il fanalino di coda tra le grandi d’Europa? Con 197 milioni di euro, si arriva a un misero 13% sul totale degli introiti da “matchday”. Cifra irrisoria se paragonata ai 610 milioni della Premier, ai 428 milioni della Liga spagnola e e i 411 milioni della Bundesliga, dove le presenze nei modernissimi e confortevoli impianti tedeschi sono aumentate del 48%.Qui, di moderno, confortevole, e quindi affollato, c’è solo lo Juventus Stadium che nella passata stagione ha avuto 21 gare su 23 con il tutto esaurito (37.545 spettatori di media) e i ricavi da stadio hanno avuto un’incidenza sul fatturato del 15% (contro l’8% del vecchio stadio Olimpico, passato al Torino).Dopo la Juve, un progetto degno di questo nome, ce l’ha solo l’Udinese. La società di patron Pozzo (che possiede anche il Granada e il West Ham) ad aprile darà il via al progetto “nuovo Friuli” da 25mila posti. Fine lavori previsti per settembre 2014, ma a quella data patron Pozzo potrà presentare un nuovo stadio vero e non un “plastico”, come quello con cui da anni girano sottobraccio bussando alle porte delle istituzioni quasi tutti gli altri suoi colleghi della Serie A.L’Atalanta al plastico del nuovo impianto allega anche quello dell’annessa “Cittadella dello sport” da 250 milioni di euro, ma il finanziamento non c’è ancora e chissà quando arriverà...Al Bologna il Comune ha ordinato: «Ristrutturare un impianto di valore storico-culturale come il Dall’Ara». Al Catania hanno allestito il miglior centro sportivo del Sud, “Torre del Grifo” e ora sognano uno stadio da 35mila posti, a Librino, in cui avrebbero sede anche gli uffici comunali. I costi, 80-100 milioni di euro, scoraggiano tutti, a cominciare da patron Pulvirenti che è reduce dal crac estivo della sua compagnia aerea, la Wind Jet. «Il Bentegodi è anche fin troppo», fanno invece capire dal Chievo Verona. Alla Fiorentina i fratelli Della Valle confidano nella rinnovata amicizia con il sindaco “rottamatore” Renzi per riprendere in mano la bozza della “Cittadella viola”. Genoa e Samp rimarranno al Ferraris, mentre Inter e Milan, dicono, che prima o poi si separeranno. Galliani per il Milan chiede un San Siro modernizzato, stile Camp Nou, l’Inter aspetta un cenno dal nuovo partner cinese (China Railway) per un impianto di terza generazione: costo intorno ai 300 milioni, pronto però solo dopo l’Expò e non prima del 2017. Lotito alla Lazio parla sempre meno del futuristico stadio delle Aquile - sulla Tiberina - mentre alla Roma, James Pallotta nei giorni scorsi ha annunciato all’americana: «Il nuovo stadio giallorosso aprirà a Tor di Valle, nella stagione 2016-2017». Vedremo.A Napoli De Laurentiis pensa che il miglior set per i suoi azzurri sia un San Paolo al passo con i tempi e intanto si può consolare con quel 19% dei ricavi da stadio che pongono il club partenopeo davanti al Manchester City. Zamparini a Palermo e i Mezzaroma a Siena, hanno riposto nel cassetto i loro ambiziosi plastici. Il monito è «volare basso», come fa il Pescara, fiero del suo stadio Adriatico che per i Giochi del Mediterraneo aveva avuto un maquillage da 10 milioni di euro. «Meglio tenersi stretto il Tardini», pensa anche il presidente del Parma, Ghirardi, mentre al Torino il popolo granata chiede solo una cosa al presidente Cairo: «Ridateci il mitico Filadelfia».
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