L'Italia per una volta risulta prima. D'ora in avanti chi usa nel nostro Paese i servizi o il motore di
ricerca di Google sarà più tutelato rispetto agli utenti del resto del mondo.
Gli utenti che useranno i
servizi o il motore di ricerca di Google in Italia saranno
più tutelati. Il Garante privacy ha stabilito che il colosso
di Mountain View non potrà utilizzare i loro dati a fini di
profilazione se non ne avrà prima ottenuto il consenso e
dovrà dichiarare esplicitamente di svolgere questa attività
a fini commerciali.Si tratta del primo provvedimento in Europa che -
nell'ambito di un'azione coordinata con le altre Autorità di
protezione dei dati europee ed a seguito della pronuncia
della Corte di Giustizia europea sul diritto all'oblio - non
si limita a richiamare al rispetto dei principi della
disciplina privacy, ma indica nel concreto le possibili
misure che Google deve adottare per assicurare la conformità
alla legge.L'autorità del garante della privacy ha prescritto a
Google l'adozione di un sistema di informativa strutturato su
più livelli, in modo da fornire in un primo livello generale
le informazioni più rilevanti per l'utenza: l'indicazione
dei trattamenti e dei dati oggetto di trattamento (es.
localizzazione terminali, indirizzi IP etc.), dell'indirizzo
presso il quale rivolgersi in lingua italiana per esercitare
i propri diritti etc.; in un secondo livello, più di
dettaglio, le specifiche informative relative ai singoli
servizi offerti.
Ma soprattutto Google dovrà spiegare chiaramente,
nell'informativa generale, che i dati personali degli utenti
sono monitorati e utilizzati, tra l'altro, a fini di
profilazione per pubblicità mirata e che essi vengono
raccolti anche con tecniche più sofisticate che non i
semplici cookie, come ad esempio il fingerprinting.
Quest'ultimo è un sistema che raccoglie informazioni sulle
modalità di utilizzo del terminale da parte dell'utente e, a
differenza dei cookie che vengono istallati sul pc o nello
smartphone, le archivia direttamente presso i server della
società.
Google avrà 18 mesi per
adeguarsi alle prescrizioni del GaranteGoogle avrà 18 mesi per
adeguarsi alle prescrizioni del Garante. In quest'arco
temporale, l'autorità del garante della privacy monitorerà
l'implementazione delle misure prescritte. La società dovrà
infatti sottoporre al Garante, entro il 30 settembre 2014, un
protocollo di verifica, che una volta sottoscritto diverrà
vincolante, sulla base del quale verranno disciplinati tempi
e modalità per l'attività di controllo che l'autorità
svolgerà nei confronti di Mountain View. In merito alla 'Conservazionè Google dovrà definire
tempi certi di conservazione dei dati sulla base delle norme
del Codice privacy, sia per quanto riguarda quelli mantenuti
sui sistemi cosiddetti "attivi", sia successivamente
archiviati su sistemi di "back up". Per quanto riguarda la
cancellazione di dati personali, il Garante ha imposto a
Google che richieste provenienti dagli utenti che dispongono
di un account (e sono quindi facilmente identificabili) siano
soddisfatte al massimo entro due mesi se i dati sono
conservati sui sistemi "attivi" ed entro sei mesi se i dati
sono archiviati sui sistemi di back up. Per quanto riguarda,
invece, le richieste di cancellazione che interessano
l'utilizzo del motore di ricerca, ha ritenuto opportuno
attendere gli sviluppi applicativi della sentenza della Corte
di giustizia dell'Unione europea sul diritto all'oblio.
Da parte sua Google fa sapere, tramite un portavoce dell'azienda: "Abbiamo collaborato costantemente con il Garante nel corso di questa vicenda per spiegare le nostre privacy policy e come ci consentono di creare servizi più semplici ed efficaci e continueremo a collaborare in futuro. Analizzeremo il provvedimento del Garante attentamente per definire i prossimi passi."