Ce le ricordiamo, le Furie Rosse di Spagna, passarci e trapassarci come
spettri indomabili, da destra, da sinistra, per vie centrali, facendoci
a malapena sentire l'odore del pallone o neanche quello. Annichiliti dal
loro leggendario tiki taka, quella loro magistrale rete di passaggi
spesso di prima intenzione, continua, insistita, snervante. Ce li
ricordiamo, questi maestri del possesso palla applicato sapientemente:
la maggior parte di loro fisicamente minuti, ma spesso imprendibili,
imprevedibili, infallibili. Ci trafissero quattro volte, nella
finalissima che ci oppose loro nell'ultimo Europeo di Polonia-Ucraina
2012: fu un tracollo di fronte al quale non osammo accampare scuse
tecniche, tranne qualcuna tipicamente complottista data la loro "strana"
freschezza atletica che asfaltò i nostri malconci beniamini.
Si disse che mister Prandelli sbagliò formazione, in parte
oggettivamente vero, ma soprattutto si constatò la strapotenza di quella
regina leggendaria, la Spagna, capace di inanellare le vittorie di due
Europei consecutivi con un Mondiale sudafricano in mezzo, nel 2010.
Ma è
tempo di rivincita, Fratelli d'Italia: in scena presto, questa volta,
già agli ottavi delle ore 18 italiane. Perché qualche volta, come nel
nostro caso, arrivare primi nel girone porta a imbeccare una Spagna
calcisticamente suicidatasi nella sua ultima partita persa contro la
Croazia. Se proprio volessimo farci del male, dovremmo ricordare che la
vincente di questa sfida troverà la Germania che ha già maciullato la
Slovacchia per 3-0.
Con i cugini iberici abbiamo già incrociato pallone e scarpini 34 volte,
trionfando 10 volte e pareggiando 12 occasioni: le Furie Rosse hanno
vinto perciò 12 volte, assurgendo al ruolo di nostra bestia nera
recente, dato che anche nel 2008 fummo eliminati ai quarti di finale dai
futuri campioni d'Europa ai rigori, dopo uno 0-0 protrattosi fino ai
supplementari. Nulla a che fare con il traumatizzante suddetto 4-0 di
quattro anni dopo, firmato Silva, Jordi Alba, Torres e Mata, che ci
sottrasse coppa e sorrisi.
Non sappiamo quanto sia consolatoria la statistica che vi vede avere
segnato più reti rispetto ai rivali: su 76 gol messi a segno dalle due
nazionali, 40 sono azzurri contro le 36 reti iberiche. Ma non è
esattamente la stessa Spagna che ci annichilì: all'appello manca il
pregevolissimo metronomo Xavi, i bomber Villa e Torres e, per quanto lo
juventino Morata, capocannoniere dei suoi, non voglia fare rimpiangere
gli ultimi due, forte già di tre reti in tre partite, la manovra
offensiva spagnola, pur canonicamente spossante per i suoi fraseggi, non
spaventa come qualche anno fa. Dominerà l'esperienza, dato che l’età
media dell’Italia raggiunge quota 28,5 anni e la Spagna abbassa il conto
di un solo anno, ma il canovaccio cui ci apprestiamo ad assistere ci
convince ad escludere molti gol o occasioni da rete.
Per Del Bosque, l'amletico dubbio è quello di affiancare al frangiflutti
davanti alla difesa, l'intoccabile Busquets, un altro "rubapalloni come
Soriano, escludendo l'ala Nolito dall'inizio e puntando su una sorta di
4-4-1-1, o riproporre Nolito per il consueto 4-3-3 dove Fabregas e
Iniesta a direbbero da interni di centrocampo, con David Silva a
rifinire in avanti per Morata.
Il nostro Antonio Conte è stato come di
consueto maestro di pretattica, ma il 3-5-2 fondato sul "ministero
juventino" Barzagli-Bonucci-Chiellini a sorreggere Buffon appare lo
scontato perno cui affidare tutte le speranze nazionali. Unico dubbio,
dato il forfait forzato di Candreva sulla destra e lo spostamento di
Florenzi per rimpiazzarlo, sulla fascia sinistra: Damian, De Sciglio o
El Sharaawy? Con i primi due un assetto più coperto, per un centrocampo
che affiancherebbe a De Rossi gli interni Giaccherini e Parolo, mentre
con il terzo oseremmo di più nel tentativo di attaccare con maggiore
incisività cercando l'uno contro uno del "Faraone". In avanti, non
sembrano esservi dubbi sul tandem Pellè-Eder, cui Conte ha affidato sin
dall'inizio le chiavi della titolarità del gioco d'attacco.
Non eravamo favoriti ala vigilia degli Europei 2016, non siamo diventati
campioni vincendo le prime due partite, non risultiamo brocchi ora, dopo
una sconfitta delle nostre seconde linee contro l'Irlanda. La Spagna ha
il nostro rispetto, ci precede per possesso palla e tecnica... ma nel
calcio contano molte cose, che dalla tattica alla condizione atletica,
dalla motivazione allo spirito di gruppo, possono fare pendere l'ago
della bilancia anche della parte di chi, apparentemente, non pare
favorito. E allora coraggio fratelli d'Italia: domateli, ragazzi!