Può avere senso allestire una mostra di memorabilia del calcio mentre la tv ci travolge con facce, scarpini, pali, assist e gol, replicati all’infinito in alta definizione, dell’Europeo di Francia? La risposta è - senza dubbio - sì. È forse ancora più necessaria in anni in cui le maglie scadono dopo una sola partita, i colori delle squadre mutano con il variare delle stagioni e i giocatori firmano contratti di carta velina. Fatte salve le sempre più rare, e logore, bandiere. Dunque mentre l’Italia avanza a France 2016, aggrappiamoci alla macchia azzurra e a quelle maglie storiche che vanno in mostra. Football Legends - Storia e storie del Calcio (la mostra alla sala consiliare del comune di Sesto Calende) raccoglie una quarantina di maglie originali di campioni oltre a centinaia tra riviste, fotografie, documenti, oggetti pubblicitari e gagliardetti del calcio.
La prima maglia che stupisce ha le strisce che sono verticali, il colore è bianconero, il numero è il 10. L’anno è il 1969, quando l’uomo sbarcava sulla Luna e sulla Terra giocava un calciatore di un altro pianeta: Edson Arantes do Nascimento detto Pelé. Una storia fantastica, la sua, al Santos, la cui divisa ha indossato per 18 anni vincendo 10 campionati paulisti. Il fuoriclasse brasiliano, allora, aveva già vinto la Coppa Rimet del 1958 e del 1962 e sarebbe volato oltre la roccia Tarcisio Burgnich per battere l’Italia nel Mondiale del 1970 e vincere la terza. La Rimet, alta 30 centimetri dal peso di 3,8 kg di cui 1,8 in argento placcato oro, arriverà nei prossimi giorni a Sesto Calende per aggiungersi alla già presente Champions League. A pochi centimetri dalla 10 di Pelé, appare il 10 di Messi indossato con la nazionale argentina per la Coppa America del 2011. L’erede, designato e mai incoronato, di Maradona (oggi si festeggiano i trent’anni della Mano de dios, il gol all’Inghilterra a Messico ’86) attende di vincere il primo trofeo con l’Argentina. Il tabù sarà infranto con la Coppa America del Centenario? Dopo aver visto il nerazzurro indossato da Cappellini nell’Inter del 1966/67, il blu quasi viola della Francia di le roi Platini del 1982-83, il bianco del Real Madrid 2003-04 di Zidane, il rosso delle Furie di Spagna campioni d’Europa del 2008 (la maglia è di Xavi) che a France 2016 tenta il “triplete”. Si torna in Brasile con il rossonero a strisce orizzontali del Flamengo vestito da Zico, uno dei più grandi fuoriclasse che abbiano mai messo piede in Italia con la maglia dell’Udinese. Appare poi - e genera una certa inquietudine come se la storia ti investisse di colpo - il nero dell’Italia. È la maglia più vecchia della mostra e fu indossata dal balilla Giuseppe Meazza nel 1938 quando al Mondiale in Francia agli azzurri di Pozzo fu imposto il nero dal fascismo. Sassi e fischi non intimorirono les italiens che dopo aver eliminato Norvegia, Francia e Brasile batterono 4-2 l’Ungheria in finale.
Accanto, come per contrasto, i colori di Football Comics opera collage firmata dall’artista Marco Cingolani: metri lineari di facce, titoli, figure, stadi del gioco più bello del mondo. Il viaggio nel tempo prosegue con un genio del pallone: Johan Cruijff. Il fuoriclasse olandese scomparso lo scorso 24 marzo rivive con la maglia, firmata, del Barcellona 1973-74, sua stagione d’esordio con i catalani. Ecco materializzarsi una maglia a maniche lunghe a strisce bianche e azzurre, tanto smunta da sembrare insignificante, quasi quanto la didascalia che la correda: Di Stefano - Argentina 1946. Una maglia invece rara e preziosa considerate le sei sole presenze della Saeta Rubia con l’Argentina, che vinse poi la Coppa America del 1947, prima indossare la divisa della Spagna. Due passi in avanti e le righe diventano nere e gialle per comporre la maglia del Peñarol del 1943 appartenuta a Schiaffino. Uno dei più grandi e misteriosi, vista la sua storia ancora non del tutto raccontata, giocatori di tutti i tempi, campione del Mondo con l’Uruguay nel 1950 e vincitore di tre scudetti con il Milan. E poi tocca a tanti altri, in formazione casuale senza schemi: Ronaldo, Del Piero, Rummenigge, Kahn, Shearer, Totti, Buffon, Cristiano Ronaldo, Baresi, Nedved, Maldini, Higuain, Jair, Lampard, Ronaldinho, Beccalossi, Baggio, Kaka, Raul, Mancini, Beckham…Alcuni calcano ancora i campi di calcio con tanta voglia di vincere. «L’anno scorso ho visto Football Heroes all’Expo - racconta Silvia Fantino assessore alla cultura di Sesto Calende - e la mostra mi ha coinvolto non solo dal punto di vista sportivo ma anche culturale. Così con la supervisione di Raffaele Vergine della Twg Consulting di Milano, che ha in gestione e cura i cimeli in esposizione di proprietà della World Football Collection, è nata Football Legends». Una mostra che incanta anche i bambini, pur abituati alla velocità da playstation del calcio moderno. Si fermano, stupiti, in attesa di risposte dai papà, davanti alle vecchie maglie di lana con i numeri cuciti un po’ storti e prive di nome. Domande che tengono viva la memoria quella che stasera si colora d’azzurro da Lille fino alla più remota provincia italiana.