Per essere un’amichevole, Germania-Italia ha rispettato ampiamente la sua lunga e magnifica storia: e a differenza di certi stucchevoli test infracampionato, è stata dunque una cosa seria. Partita vera e pareggio vero, allora. E in effetti l’1-1 finale lascia un buon sapore nella bocca di Prandelli. Il ct ha avuto l’esito positivo fortemente auspicato: per la continuità dei risultati (la sua "nuova" Italia ha perso solamente all’esordio agostano, contro la Costa d’Avorio) e della tradizione contro i "panzer", per un morale che, dicono gli intimi del tecnico, si è già un filo ammosciato ed è sfiorato dalla nostalgia del campionato, delle Coppe, del calcio di club insomma. Dentro il pari, segnali incoraggianti da un’Italia vera, scevra di fantasie da convocazione, credibile nella formazione base e nei rincalzi. Una Nazionale messa alla prova da una Germania vestita altrettanto bene, spinta dallo stadio di Dortmund pieno e ribollente, degno di quello che il 4 luglio 2006 fu ammutolito dalla banda-Lippi nella semifinale mondiale. Cose buone e buonine sono pervenute soprattutto dall’attacco, dove, nel primo tempo, la ricomposta coppia dei gemelli perduti della Sampdoria, Cassano-Pazzini, si è ritrovata a occhi chiusi, supportata decentemente da Mauri, meno dall’attesissimo Thiago Motta. Come Amauri un’estate fa, come Ledesma contro la Romania, il nuovo "nazionalizzato" è sembrato a disagio, legato all’emozione, all’imbarazzo, chissà. Nel suo primo tabellino azzurro, comparirà legato a un cartellino giallo, l’unico della partita. L’Italia ha prodotto buone manovre, ha reclamato per due situazioni molto sospette in area tedesca (e la seconda, una sorta di parata del difensore Aogo, sapeva molto di rigore) e si è trovata sotto per un errore della difesa, che ha letto male, in ritardo (Ranocchia primo imputato) uno scambio sullo stretto tra Mueller e Oezil trasformato in gol dall’immarcescibile Klose (16’). Nell’occasione, non impeccabile nemmeno Buffon, bravo a riscattarsi qualche minuto dopo sul tiro del possibile 2-0, scoccato ancora da Klose. Nella ripresa gli inserimenti dei vari Borriello, Giuseppe Rossi, Aquilani, Giovinco hanno tenuto viva una squadra capace di agguantare, in un finale liberato da qualsiasi briglia tattica, il risultato più giusto: gol di Rossi, che ribadisce in rete una prima conclusione respinta dall’ottimo Neuer (81’). Dalle tribune, dai molti italiani presenti, si alza quel coro "po-po-poo" che entrò nelle nostre orecchie di tifosi felici in quel luglio 2006. Buona partita, buon risultato, bei ricordi, e soprattutto rivincita tedesca annullata. Fossero sempre così, le amichevoli.