Le lacrime di Nadia Fanchini bagnano l’ennesima medaglia di legno dell’Italia. Nello slalom gigante la sciatrice bresciana ha mancato il bronzo per soli 11 centesimi dopo aver chiuso la prima manche al terzo posto. È amareggiata anche Federica Brignone, uscita subito di pista e dai Giochi per la distorsione del ginocchio destro rimediata nella caduta. L’azzurra deve, così, rinunciare allo speciale e alla speranza di portare a casa una medaglia. Cade anche lo snowboarder Omar Visintin e lascia sulla neve della semifinale una medaglia che sembrava sicura. Nella successiva finale dello snowboard cross, poi, tocca a Luca Matteotti finire con la faccia sulla neve e la sesta posizione sa più di beffa che di consolazione. Finisce a gambe all’aria anche Arianna Fontana ma si rialza in tempo per salire sul podio. La staffetta azzurra dello short track finisce quarta, ma la squalifica della Cina per una scorrettezza le riconsegna una medaglia di bronzo che avrebbe potuto tranquillamente vincere sul ghiaccio. Sul podio con Arianna salgono Elena Viviani, Martina Valcepina e Lucia Peretti, quattro ragazze accomunate dalla passione per i pattini e dalle origini. Tutte e quattro, infatti, sono valtellinesi, racchiuse in un lembo di terra di appena dieci chilometri. L’Italia sale a quota sei e supera il medagliere di quattro anni fa a Vancouver. L’obiettivo prefissato dalla spedizione tricolore è stato centrato, ma qualche perplessità affiora quando, sfogliando le foto dei podi, ci si imbatte nelle stesse facce: la Fontana (3), appunto, Innerhofer (2) e Zoeggeler (1). Alessia Dipol è italiana, anche se nel gigante ha gareggiato per il Togo. La 18enne bellunese pur di sciare a Sochi non ha esitato ha cambiare passaporto e non era nemmeno la prima volta che lo faceva per ché come ha sottolineato lei stessa ha già “rappresentato l’India”. Per esaudire un sogno olimpico si può persino affrontare l’impervio sentiero della burocrazia, resta da vedere se l’iter è più lento della ragazza con gli sci ai piedi: al traguardo è giunta 55ª a oltre 25 secondi. Ma ha fatto meglio di Vanessa Mae, che si muove decisamente meglio in un pentagramma che fra i pali del gigante. La violinista dai tanti passaporti – pure lei – e dai tanti milioni di dischi venduti è arrivata al traguardo al 67ª, che equivale all’ultimo posto. Comunque emozionata e raggiante. E va a dormire felice tutta la Russia per la vittoria della nazionale di hockey sulla Norvegia con un perentorio 4-0 che vale l’accesso ai quarti di finale contro la Finlandia. Dimenticato il passo falso con gli Stati Uniti è ripresa la corsa all’oro, come vuole prima di tutto il presidente Putin, sceso personalmente in campo criticando gli arbitri del match perso contro gli Usa.
Il programma di mercoledì Sulle note dell’Ave Maria di Schubert debutta sul ghiaccio olimpico una delle atlete più conosciute e attese dagli italiani: Carolina Kostner. Il pattinaggio di figura domani mercoledì propone il programma corto (19,54) che per l’atleta azzurra avrà una carica di tensione maggiore visto che la sua prova arriva subito dopo quella della 15enne russa Yulia Lipnitskaya, campionessa d'Europa in carica e nuova fuoriclasse della specialità. Sarà, dunque, subito un confronto diretto fra le due principali favorite della prova. In gara ci sarà anche Valentina Marchei. Sulla pista dello slalom gigante (ore 8 e 11.30) l’Italia prova a ritrovare un posto fra le “grandi” nelle discipline tecniche con un quartetto bene assortito. Il giovane Roberto Nani può essere l’asso nella manica. Manfred Moelgg può aspirare al podio e si attendono buone prove pure da Luca De Aliprandini e Davide Simoncelli. È da medaglia sicura Roland Fischnaller, e d’oro, almeno a sentire il presidente del Coni, Giovanni Malagò (“come già dissi in tempi non sospetti”). L’azzurro dello snowboard sarà uno dei protagonisti dello slalom gigante parallelo (6.42), con lui a difendere i colori italiani ci saranno anche Meinhard Erlacher, Aaron March e Christoph Mick. La prova dei maschi sarà preceduta da quella femminile (6.15). Due le azzurre sulle tavole: Corinna Boccaccini e Nadia Ochner. Qualche speranza di un buon piazzamento la offre perfino il biathlon, con la staffetta mista (Dorothea Wierer e Karin Oberhofer per le donne, Dominik Windisch e Lukas Hofer per gli uomini). Non ci sono, invece, aspettative per lo sci di fondo, quello che era considerato il “forziere” della squadra italiana fino a qualche anno fa. Sprint a squadre a tecnica classica sia per le donne (Ilaria Debertolis e Gaia Vuerich) che per i maschi (Dietmar Noeckler e Federico Pellegrino, che ha sostituito all’ultimo momento il dolorante Giorgio Di Centa).