giovedì 10 dicembre 2009
INTER-RUBIN KAZAN: 2-0 Risultato sofferto ma pienamente meritato per i nerazzurri di Mourinho. Protagonista Balottelli con un gol e un assist decisivo.
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La ragione aveva torto, nell’Inter istintiva e indecifrabile che approda agli ottavi di Champions stappando lo spumante e facendosi tanti auguri per un futuro più solido e meno palpitante. I nerazzurri raggiungono l’obiettivo di proseguire l’avventura europea, anche grazie a un Mario Balotelli finalmente in versione genio meno ribelle: un assist e un gol. L’Inter formato coppa, vittoriosa per 2-0 contro i russi del Rubin Kazan, seconda in un girone tutt’altro che facile, resta però una squadra potenziale, ma ancora da inquadrare. Avvolta da paure cronicizzate nel tempo, quasi misteriose, sulle quali peserà non poco l’arte di José Mourinho, chiamato a cambiare pelle (in meglio) alla sua camaleontica creatura.Per arginare i russi il tecnico nerazzurro, che di memoria non difetta, ha fatto ricorso all’undici che più ha convinto in Europa, quello impetuoso (e un po’ sconnesso) del secondo tempo di Kiev. Quella del sogno anticipato, dell’ottimismo sbandierato con veemenza prima del tracollo di Barcellona. Prima che l’ipotesi di crescita diventasse (stiamo ancora aspettando) un solido concetto. L’Inter ha vinto benino, ma meritatamente, superando comunque certi timori della vigilia, in primis figli della sconfitta di Torino con la Juve. Il successo restituisce morale ed ottimismo ad un ambiente che strutturalmente non riesce a non navigare a vista. Sul verde di San Siro (nel giorno del Santo) il modulo proposto è dunque quello delle tre punte più i tre mediani più dotati della scuderia. I nerazzurri schierati da mister Orgoglio contro il Rubin hanno azzardato un calcio di fino con non poche problematiche di ritorno: gli avversari hanno offeso e senza troppi intoppi, suscitando cardiopalmo nerazzurro ad ogni sortita. Così va l’Inter dei giorni nostri: indecifrabile in attacco, spelacchiata in difesa.Il Rubin ha vinto il secondo campionato di fila, ma la loro ultima partita risale al 24 novembre (il 29 hanno schierato i ragazzini). Insomma, la Champions arriva per i russi nel finale di stagione. Poco ossigeno nei polmoni, gambe inevitabilmente indurite dalla stanchezza: il repertorio monco si è visto nelle amnesie dei 90’ nelle quali si è inserita la squadra di Mourinho con indiscutibile mestiere. Senza Bukharov davanti (l’altra assenza di peso è il difensore centrale Sharonov), i tartari hanno schierato in attacco l’argentino Dominguez, a segno nella gara di andata, uno dei tanti spauracchi della porta nerazzurra, almeno sino alla mezzora e nella prima parte della ripresa. Tempo nel quale il gioco nerazzurro non è riuscito a decollare, ancorato alla pista della confusione, delle buone intenzioni. Frenato dall’incapacità di digerire un modulo carico di appeal, ma ancora (lievemente) acerbo per la propria causa. Il Rubin ha rischiato seriamente di stravolgere i piani di Mourinho, poi l’inversione di tendenza che ha prodotto il successo dell’Inter. Al terzo pericolo (scampato) la squadra di Mourinho è uscita dal tunnel, per poi rientrarci per lunghi tratti della gara, in particolare quando Karadeniz ha messo alto di un soffio e Dominguez ha messo a dura prova i guantoni di Julio Cesar. I nerazzurri (fuori Samuel per infortunio, Cambiasso buttato dentro nella ripresa) hanno rischiato parecchio, proprio come il loro modulo, ma alla fine sono giunti al successo con una duplice prodezza. L’1-0 matura al 31’ da un’insistita azione di Zanetti: rimpallo per Balotelli che di tacco serve Eto’o che a sua volta scarica in rete una botta tremenda . Il raddoppio al 63’ è una punizione missile di Balotelli che da lontano scarica un destro potentissimo sotto la traversa. Sul 2-0 c’è tempo per un Inter migliore e un tremendo legno di Sneijder. E infine la serenità di un futuro ritrovato.
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