La fame è un concetto radicato nell’Inter. È una condizione perenne, e in quanto tale rappresenta la lieta novella in questo secondo anno di gestione Mourinhana. La vittoriosa (e sofferta) contesa di ieri con la Fiorentina (1-0 con rete del solito Diego Milito, ritorno il 14 aprile) ha confermato che questa Inter è diversa dalle Inter precedenti. A quelle di ieri bastava lo scudetto per tingersi di vanagloria, la creatura di oggi ha voglia di tutto e non si vuole privare di niente. Sarà la folta rosa, sarà che successo chiama successo, sarà che la concorrenza (interna) latita e anche parecchio. Si ha tuttavia il sentore che José il Mattatore, dopo aver ereditato un’Inter che da quando vince in campionato ha emarginato la Coppa Italia, abbia cambiato le regole del gioco. Con carattere i nerazzurri hanno condotto in porto una gara che tiene aperti i destini finali, non priva di difficoltà: molto combattuta, cronicamente in bilico, con siparietto centrale di Mario Balotelli che manda al diavolo il suo allenatore e quest’ultimo, adirato, lo spedisce in doccia con largo anticipo. La Fiorentina di Cesare Prandelli ad inizio gara e poi nella ripresa, sotto di una rete, ha fatto cose buone e quasi efficaci per raggiungere il pareggio: il top è nella testa di Jovetic di poco alta. L’Inter, si diceva, c’è anche quando potrebbe tirare un po’ il fiato. L’andazzo di ieri, la voglia di non fermarsi anche dopo il vantaggio, è stato lo stesso espresso contro la Juve giovedì scorso, e nel derby quattro giorni prima. La voglia del gruppo di Mourinho è incondizionata, non conosce sosta. L’Inter stende gli avversari e, nel contempo, sonda il proprio potenziale cercando ulteriori risposte. Una sorta di creatura perennemente allo specchio. Se sarà così anche in Champions, lo scopriremo solo vivendo. Con Sneijder dietro a Milito-Balotelli, il neo arrivato Mariga schierato in zona Cesarini e Pandev (per Muntari) nella ripresa prima dell’ingresso di Motta per Balotelli, la partita nerazzurra è però cominciata in salita. Squadra troppo lunga, viola compatti nel tamponare le fonti del gioco avversario. Un match alla pari che sul finire del primo tempo è scivolato nelle mani della squadra organizzata meglio. Per contro la Fiorentina ha più o meno condotto la stessa gara di chi cerca di sopravvivere nella San Siro nerazzurra. Prandelli con Pasqual e Santana ha guidato una macchina ordinata, solo colpevole di abbandonare un po’ troppo Gilardino davanti. Nel primo tempo, dopo l’ottimo avvio viola, i nerazzurri hanno accarezzato la rete in tre occasioni (Sneijder- Maicon- Milito). Un prologo al vantaggio di Diego Milito al 34’: Balotelli supera Natali (in versione statuina) in area e cede al bomber argentino che a pochi centimetri non può fare altro che infilare. Protestano i viola su presunta spinta di Mario, l’azione è però regolare. Nella ripresa l’Inter potrebbe raddoppiare ancora con Milito ma Tagliavento non convalida per fuorigioco, poi con Pandev nel finale. Termina 1-0: a Firenze sarà battaglia dura.