Flavio Insinna sarà da lunedì 16 maggio in prima serata su Rai 1 nella fiction “A muso duro”
«In un mondo impazzito c’è bisogno di raccontare una storia così, che parte da un dolore e regala una speranza» dice Flavio Insinna parlando del film tv A muso duro che Raiuno propone lunedì 16 maggio alle 21.25. Nel film l’attore interpreta il professor Antonio Maglio, promotore dei primi Giochi Paralimpici che si svolsero a Roma nel 1960, sfruttando gli impianti sportivi costruiti per le Olimpiadi. Quel medico («un genio vero») lui lo ha conosciuto quando era ancora un ragazzino: «L’ho sfiorato al Santa Lucia (struttura romana specializzata nella riabilitazione, ndr), quando ci lavorava mio padre che era medico e che, nel 1976, per la promozione mi ha fatto il regalo più bello della mia vita: mi ha portato alle Paralimpiadi in Canada. Non come visitatore ma come assistente: avevo undici anni e ho spinto carrozzine e seguito gli allenamenti».
Oggi, dono del destino, a Maglio presta il volto in A muso duro: «L’insegnante di sostegno, l’assistenza domiciliare, il dopo di noi…. C’è un Paese che fa finta di non ascoltare. Il Papa lo ha detto anni fa: bisogna ritrovare un senso di fraternità perché ci si salva tutti insieme. Tanto è stato fatto, ma tantissimo è ancora da fare. Chi conosce la disabilità sa che battaglie devi fare ogni giorno, anche solo per andare a scuola, in ufficio, a teatro. Siamo tutti speciali, ma ci sono persone che hanno bisogni più speciali e un Paese civile quei bisogni li deve ascoltare e accontentare, deve saper rispondere».
Antonio Maglio aveva risposto: «Lui si è sempre adoperato perché una persona con disabilità avesse tutte le possibilità. Nessuno lo nasconde, la malattia è una fatica straordinaria. Il fratello di mio papà aveva una disabilità e fin da piccolo mi è stato spiegato quali sono le cose della vita. Ma quando mi capita di andare in trasferta con i ragazzi della squadra di basket in carrozzina (i Giovani e Tenaci di cui è sostenitore, ndr) è un’esperienza straordinaria perché loro sono straordinari».
La presentazione di A muso duro offre anche a Insinna l’occasione per rispondere alle critiche che gli sono piovute addosso quando, in una puntata de L’eredità di qualche settimana fa, ha associato alla parola “risparmio” la parola “armi”: «Sono volontario di Emergency, ho conosciuto Gino Strada. Mio padre e Maglio mi hanno insegnato a prendermi cura delle persone. Se devo risparmiare, lo faccio sulle armi e, con i soldi, costruisco un ospedale. Noi non abbiamo più una sanità pubblica, soprattutto al sud. Se ti ammali devi andare al nord a farti curare, e diventi anche povero perché devi lasciare il lavoro. Avete mai prenotato una coronarografia? Rischi di non arrivarci perché muori prima».
Dalle armi alla guerra, il passo è breve: «Hanno detto che io sono contro Draghi: no, io sono contro la guerra. Quello che stiamo vivendo lo pagheremo caro. Pace è una parola facile, è quando nessuno spara a nessuno. Noi cosa stiamo facendo per costruire la pace? “Si vis pacem para bellum” era per gli antichi romani, invece se vuoi la pace devi preparare la pace. Certo, poi, che se un Paese è sotto le armi, chiede di difendersi. Ma quando si ammassavano centinaia di migliaia di soldati al confine nessuno ha visto? Andavano a fare una gita? Ora c’è la guerra e si parla di 3° guerra mondiale. Mi terrorizza che la politica non dica: dobbiamo trovare un modo per fermarli». A muso duro è prodotto da Rai Fiction ed Elysia Productions ed è diretto da Marco Pontecorvo. Accanto a Flavio Insinna ci sono, tra gli altri, Claudia Vismara e Paola Minaccioni.