Larissa Iapichino, 16 anni, figlia d’arte ai Campionati italiani allievi di Agropoli ha fatto registrare il primato mondiale Under 20 nel salto in lungo
«Sono passati diversi giorni, ma ciò che provo è un misto di incredulità e di contentezza», queste le prime parole di una raggiante Larissa Iapichino. Nella voce la sicurezza di una veterana, negli occhi l’energia di una ragazzina che, ancora sedicenne, si sta dolcemente rendendo conto che sabato in quel di Agropoli l’ha combinata grossa. Già, tutto è accaduto sabato scorso in Campania, Campionati italiani allievi: Larissa Iapichino è in pedana del salto in lungo e la sua presenza non può passare inosservata: da un anno abbondante sta segnando risultati di rilievo e poi è nientemeno che la figlia della mitica Fiona May e del campione azzurro Gianni Iapichino. Fiona, con il matrimonio con Gianni del 1994 durato fino al 2011, ha preso la cittadinanza italiana e in maglia azzurra ha vinto due ori mondiali e due argenti olimpici, Iapichino nel 1994 divenne primatista italiano di salto con l’asta volando a 5,70 metri, normale oggi che tutti attendano qualcosa di straordinario da Larissa, il patrimonio genetico non mente, il motore e il sangue di due genitori vincenti non può andare disperso. Larissa il grande pubblico l’ha conosciuta sui teleschermi quando aveva solo quattro anni grazie ad una pubblicità di una nota merendina insieme a Fiona. Nata nel luglio del 2002 è una millennials, con la sua pelle d’ebano ereditata dalla madre di origini inglesi rappresenta la nuova generazione dei talenti italiani di colore che in atletica stanno vincendo non poco. Sì, Larissa è una predestinata, e lo sta dimostrando nel salto in lungo facendo misure di livello mondiale. La madre ha un primato personale di 7,11 metri, all’età di Larissa saltava 6,27 metri, oggi la baby campionessa è già a quota 6,64 metri, ma il frutto è ancora acerbo, i limiti sono tutti da scoprire.
Larissa, torniamo a sabato, si aspettava questa straordinaria serie di salti?
Sono andata in pedana convinta e sicura, sognavo da tempo la miglior prestazione italiana (6,55m), ma al massimo di uno, due centimetri. 6,44 al primo salto, poi 6,49, 6,32, 6,42 e 6,54 che mi ha lasciata un po’ perplessa. Mancava un solo centimetro al record italiano e non poteva finire così. In quel momento mi sono detta: Larissa, hai l’ultimo tentativo, hai già vinto il tuo titolo, divertiti, corri in spinta, stacca e chiudi bene per rubare qualche centimetro…6,64 non ci credevo. Ho fatto una serie mostruosa migliorandomi di 25 centimetri dal mio record.
Con due genitori così sembra normale lei sia una campionessa. Sarà stata in pista fin da piccolina…
No, anzi ho ripudiato l’atletica, l’essere dispettosa è uno dei miei peggior difetti. Ho sempre voluto evitare il confronto, sapevo che tutti mi avrebbero paragonato a papà e mamma, avevo deciso di stare lontano da questo mondo. Così ho fatto otto anni di ginnastica artistica.
Cosa le ha fatto cambiare idea?
Nell’estate 2015 mia madre mi ha portata a vedere il meeting di Montecarlo. Ho sentito qualcosa dentro di me, avevo visto solo un po’ in tv, mai una vera gara dal vivo e ho pensato “non è male questo sport”. Ci ho riflettuto un mese, a settembre ho chiesto di iniziare ma i miei genitori credevano li prendessi in giro. A ottobre ho iniziato le prime gare, velocità in particolare.
Quale la disciplina dove si sente davvero se stessa?
Adoro la velocità tipo i 60 o 100 ostacoli, nel lungo sono capitata un po’ per caso, non andavo molto bene poi sono migliorata. Domenica ho fatto i 100 ostacoli dove ho vinto l’argento ma ho fatto una brutta gara, deconcentrata totale, tanto da abbattere la prima barriera per essere partita con la gamba sbagliata.
6,64 metri è la miglior prestazione italiana di sempre sia under 18 che 20, ma anche miglior prestazione mondiale under 20 ad oggi. È sul tetto del mondo con tre anni di anticipo. Cosa le dicono i compagni di scuola?
Mi seguono, si informano, mi tifano e incoraggiano, anche se quest’anno a scuola è stata davvero difficile.
Cosa è accaduto?
Ho fatto il terzo anno di liceo scientifico a Firenze dove vivo con papà, conciliare trasferte e quattro allenamenti con lo studio non è facile. Il biennio è stato più semplice, quest’anno mi hanno spremuta, mi sono dovuta davvero organizzare studiando spesso la notte, ho dormito pochissimo.
16 anni e vita da atleta, le pesa non fare una normale vita d’adolescente?
A parte questi mesi di gare ci sono periodi dove riesco spesso a uscire la sera a divertirmi con i miei amici. Cerco di non fare troppo tardi, ma sto bene in equilibrio tra divertimento e l’impegno per lo sport.
Cosa farà da grande Larissa Iapichino. Facile dire l’atleta…
Non so ancora bene cosa ma voglio fare l’università e dei master, giurisprudenza, medicina, economia, sono ancora indecisa. Probabilmente entrerò in futuro in gruppo sportivo militare, vedremo quale.
Mamma e papà sono invadenti nella sua vita d’atleta?
No assolutamente, tanto che non mi hanno mai allenata, sono seguita da Gianni Cecconi e Ilaria Ceccarelli. Per comodità di spostamenti in motorino e vicinanza con la scuola e lo stadio Ridolfi di Firenze dove mi alleno vivo con mio padre che ha un istinto molto protettivo, tipo che mi chiama diverse volte al giorno. Però ha la sensibilità di capire quando sono stanca o in forma, è attento e mi segue molto.
Fiona May invece che mamma è?
È una grande amica a cui chiedo aiuto e con cui mi confido. Mi trasmette l’importanza dell’aspetto mentale in questo sport e nella vita. La concentrazione e la forza psichica sono stati cardini fondamentali della sua carriera. Però hanno preferito allontanarsi da me su aspetti tecnici degli allenamenti o gare.