Il “tiki taka” a tutela delle persone che frequentano la piazza. Quando la realtà supera la fantasia. Con una modifica al regolamento di polizia urbana del comune di Aci Castello, in provincia di Catania, il sindaco Filippo Drago, raccogliendo le lamentele dei cittadini, stanchi di vedere trasformata la piazza in campo di calcio, ha vietato «passaggi aerei, corner alti e “cucchiai”». Al primo cittadino non manca certo il senso dell’umorismo. «Così si affineranno le qualità tecniche, ispirandosi al “tiki taka” (anzi
tikitaken) del Bayern Monaco». Insomma, nelle piazze del comune etneo solo giocate rasoterra, niente spazzate alla “viva il parroco” né lanci al rasoio stile Wilkins (ex Milan anni ’80). Piccoli fraseggi per non disturbare l’anziano lettore del giornale seduto al bar e salvaguardare i vetri dell’appartamento al secondo piano della palazzina che si sporge sulla piazza. Per il calcio di strada, miniera ricchissima di storie di cuoio di provincia, animato da bambini che sognavano di diventare i Pelè e i Maradona del domani, è un colpo pesante. Asfissiato dalla mancanza di strutture e persino di piccoli spazi, il calcio si trova costretto a segnare il passo davanti alla forza dell’ordinanza sindacale, in città sempre più ad immagine e somiglianza di auto e gas di scarico. Un football sempre più “triste e solitario”, privato anche della poesia delle partitelle su strada quando il rischio più grosso era vedere il pallone tagliato dall’anziana signora della casa a ridosso della porta improvvisata con due pietre.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il primo cittadino di Aci Castello per difendere il calcio di strada invita i ragazzi della città a giocare «evitando passaggi aerei, corner alti e “cucchiai”»