mercoledì 29 gennaio 2020
Arrivano in libreria le speculazioni del pensatore cattolico sui Salmi, che, in contrasto con l’attualità, pongono al centro del dibattito sull’umano la metafisica, diritto naturale e teologia
Il “Beatus” del Salmo 1 miniato nel salterio Arundel

Il “Beatus” del Salmo 1 miniato nel salterio Arundel - British Library

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«Tale è la realtà: non è neutrale rispetto al bene e al male, ma è buona nel suo fondamento e nella sua essenza». Poche parole, ma sufficienti a precipitare nel cuore del pensiero di uno dei maggiori, o forse semplicemente il maggiore, dei filosofi cattolici di questi ultimi decenni. Scomparso poco più di un anno fa, novantunenne, di Robert Spaemann ora arrivano in libreria, per l’editore Cantagalli, le Meditazioni di un cristiano sui Salmi 1-51 (pagine 378, euro 36) da cui è tratta la citazione in apertura e a cui presto seguirà il secondo dei due volumi.

Il testo inaugura la collana 'Spaemanniana' diretta da uno dei più profondi conoscitori del filosofo tedesco, Leonardo Allodi, cui si deve anche un’attività indefessa, da tempi non sospetti, di traduzione e cura delle sue opere per promuoverne la diffusione in Italia. Alla stesura delle riflessioni teologiche e antropologico-filosofiche dedicate al Salterio, Spaemann ha atteso in maniera meticolosa e 'orante' per decenni.

Fino a ora, però, solo una ristretta cerchia di amici aveva avuto modo di leggerle privatamente. Uno di loro, Hans Urs von Balthasar, ne aveva addirittura caldeggiato con l’autore la pubblicazione, «cosa che, tuttavia, volevo fare - glossa Spaemann - soltanto dopo aver concluso la mia docenza in filosofia ». Pare anche, stando alle dichiarazioni dell’editore tedesco Klett-Cotta, che il Papa emerito Benedetto XVI abbia meditato su questi testi di Spaemann, che oggi sono diventati il suo testamento spirituale.

Le Meditazioni di un cristiano sono un esercizio di pensiero fuori dall’ordinario. Almeno per quello che oggi siamo abituati a considerare pensiero. Non bisognerebbe stupirsene conoscendo Spaemann che da sempre batte strade dimenticate da altri evitando di farsi incantare dalle «alcinesche seduzioni» del relativismo alla moda.

Se per la filosofia contemporanea la nostra è un’età postmetafisica in cui natura e realtà sono solo frutto di interpretazioni e prospettivismi, Spaemann risponde mettendo al centro del dibattito la metafisica, il diritto naturale, e la teleologia. Senza il loro contributo, per il pensatore cattolico, la realtà diventa evanescente e incomprensibile.

Il cuore pulsante del pensiero di Spaemann gravita proprio intorno al riconoscimento della normatività del reale che consente all’uomo di sfuggire alle illusioni che potrebbero allontanarlo da se stesso e da Dio, creatore della realtà. «Chi non vede le cose come sono - riconosce Spaemann -, chi abita una realtà illusoria, non può neppure agire con rettitudine. L’illusione in cui un uomo vive può essere infranta solo dall’esterno, dalla resistenza che le oppone la realtà, dunque dalla sofferenza o dall’insegnamento impartito da altre esperienze».

Ma il testo non è fuori dall’ordinario tanto per questo. Esso sfugge alla consuetudine anche perché consente di camminare lungo un crinale sottile e scosceso di rado percorso. Intraprendendo le meditazioni sul salterio Spaemann si muove laddove filosofia e teologia si lambiscono fino a toccarsi. Il lavoro sui Salmi è capace di abitare il luogo in cui la meditazione diventa teoresi e la teoresi meditazione.

«Circa le meditazioni - scrive Spaemann nell’introduzione di questo primo volume - vi è ancora da aggiungere quanto segue. La religione ha una dimensione interna devota e una prospettiva esterna, psicologica, sociologica, scientifico-culturale e fenomenologica. Ma una religione è viva soltanto in forza della sua dimensione interna. Nessuna psicologia o sociologia della cultura possono farci comprendere come essa debba essere per essere amata».

Tuttavia «fa parte del processo di costituzione dell’uomo il fatto di apprendere dall’aspetto esteriore della sua esperienza vissuta e di poter parlare i due linguaggi, senza mescolarli». E di questo le Meditazioni di un cristiano sono un aureo esempio, come è possibile desumere anche dallo stralcio che pubblichiamo in questa pagina per gentile concessione dell’editore.

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