sabato 9 maggio 2015
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Il produttore Claudio Guidetti lo definisce «il disco più innocente» degli otto fatti assieme. E quella patente di semplicità e purezza piace ad Eros Ramazzotti, che davanti al cielo imbronciato di Milano presenta il suo Perfetto, tredicesimo album in studio di una discografia varata nel 1982 tra «nuvole bianche sparse un po’ qua e là» del singolo Ad un amico sino ad arrivare a Noi del 2012. Quattordici canzoni vestite di sentimento con la complicità di uno stuolo d’autori che va da Francesco Bianconi dei Baustelle a Mogol, da Federico Zampaglione dei Tiromancino a Giuseppe Kaballà Rinaldi a Mogol. «A me piacciono le sfide» spiega il ragazzo nato a bordi di periferia, 51 anni. «Negli ultimi dischi avevo lavorato solo con Fausto Cogliati, mentre in Perfetto ho voluto sfidare la sorte e, soprattutto, la convinzione che mettere assieme più autori avrebbe snaturato il disco. E invece tutti questi magnifici autori mi hanno dato la libertà e la bellezza di scrittura di cui alla mia tenera età avevo bisogno». Registrato a Los Angeles tra i Serenity West Recording Studios e gli Henson di Hollywood, Perfetto è caratterizzato dal suono di grandi sessionmen come il batterista Vinnie Colaiuta e i chitarristi Michael Landau, Tim Pierce e Lawrence Juber (già con il Battisti di Una donna per amico) confezionando un prodotto internazionale distribuito in 60 paesi.  Lancio in salita, per la scelta di un singolo come Alla fine del mondo, che nonostante citazioni in bilico tra Dylan e l’Alighieri (farina del sacco di Bianconi e Kaballà) ha lasciato con la sua anima country un po’ amaro in bocca ai fans, costringendo le radio a sostituirlo da martedì prossimo con Il tempo non sente ragione dopo nemmeno un mese di programmazione. «Su quel singolo mi hanno massacrato» ammette lui. «Ma una buona canzone è una buona canzone a prescindere dalla veste che ha. E poi l’impronta di Ramazzotti la senti comunque». Tra le regole infrante rispetto agli album precedenti, pure quella dei duetti. «Ho iniziato a cantare in coppia negli anni ’80 con Patsy Kensit e mi piace farlo, ma solo quando penso di avere la canzone giusta. Fra questi nuovi pezzi stavo cercando quello giusto per essere condiviso quando Zampaglione mi ha detto una cosa bella e illuminante: la gente vuole te, quindi devi essere solo tu il protagonista di questo disco. Così è stato». «È un disco che racconta di me come sono adesso – spiega –, verso l’età maggiorenne (ride) e con una situazione familiare molto positiva ». Quanto al suo rapporto con i figli, l’album contiene due brani Rosa nata ieri, lettera ad una figlia che si prepara ad affrontare il mondo, e Tra vent’anni, quando sarà possibile incontrare i propri figli a distanza di tanto tempo. Dopo l’anteprima del 12 settembre al 105 Stadium di Rimini, l’Eros Tour 2015-2016 debutta con tre show all’Arena di Verona (16, 18 e 19 settembre) per poi proseguire in altri 16 paesi. Il prossimo anno lo sbarco nell’Europa dell’Est in cui Ramazzotti è diventato uno dei più amati alfieri della canzone italiana. «Alcune città russe le raggiungerò viaggiando sulla Transiberiana, dove vorrei girare pure un video-diario per la tv». Due i ringraziamenti: alla Juve e a Pino Daniele. «Pino se n’è andato troppo presto, lasciando un grande vuoto. Dedicargli un pensiero è il minimo che potessi fare».
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