Il regista Pupi Avati, atteso a fine settembre nelle sale con il suo film su Dante Alighieri
Riccione Che il grande schermo stia lottando per riconquistare il pubblico finora più allettato dal divano che dalla sala cinematografica lo si capisce bene sfogliando i listini presentati nei giorni scorsi a Riccione, in occasione della XI edizione di Ciné, la convention dedicata all’industria che ruota intorno alla settima arte, promossa da Anica in collaborazione con Anec e Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello, prodotta e organizzata da Cineventi. I film non mancheranno nei prossimi mesi e la proposta sarà di grande qualità, a partire proprio dal cinema italiano che vedrà il ritorno di grandi maestri, la riflessione su temi fortemente rilevanti, la celebrazione di alcuni dei geni della nostra cultura. Proposte che vedono in prima linea soprattutto 01 Distribution, ma anche Medusa e Vision Distribution.
Tra i film più attesi dei prossimi mesi c’è senza dubbio In viaggio di Gianfranco Rosi (in sala il 4 ottobre) che, affascinato dalla figura del Pontefice, ha realizzato un documentario immersivo nei materiali di archivio che raccontano le visite pastorali di papa Francesco nel mondo e restituiscono suoi discorsi più profondi e commoventi, impressi ormai nella memoria di tutti noi. Susanna Nicchiarelli sceglie invece Santa Chiara di Assisi (interpretata da Margherita Mazzucco, la Elena de L’amica geniale) per raccontare in Chiara la forza e la modernità di una ragazza che nel XIII secolo, conquistata dalle parole di San Francesco (Andrea Carpenzano), decise di mettersi contro la propria ricca e nobile famiglia per abbracciare la povertà, la fede e i propri sogni giudicati rivoluzionari.
A fine settembre arriverà nelle sale Dante di Pupi Avati, che prima ad Alessandro Sperduti e poi a Giulio Pizzirani affida il ruolo del sommo poeta italiano raccontato da Giovanni Boccaccio (Sergio Castellitto), primo biografo dell’Alighieri e grande promotore de La divina commedia. Contenuti inediti dei tre film sopra citati sono stati presentati in occasione degli SdC Days, le Giornate nazionali delle Sale della Comunità, promosse dall’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema), che quest’anno hanno prolungato il tradizionale programma di Ciné dal 7 al 9 luglio e sono state inaugurate da don Gianluca Bernardini (presidente Acec-SdC), Luigi Lonigro (presidente Unione editori e distributori cinema- tografici) e Mario Lorini (presidente Anec) che hanno sottolineato l’importanza di schermi diventati importante presidio culturale soprattutto in aree geografiche spoglie di regolari sale cinematografiche e private della tradizionale rete di distribuzione di film.
Nell’incontro dal titolo “Il cinema al servizio della comunità”, monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena e Nonantola, vescovo di Carpi e vice presidente della Cei, ha commentato le immagini in anteprima dei tre film che saranno nelle sale nei prossimi mesi con 01 Distribution, mentre nel pomeriggio ha offerto preziose riflessioni in occasione del convegno “Sale della Comunità, dove la Chiesa incontra il mondo”. A seguire un incontro con il regista e sceneggiatore Francesco Bruni, particolarmente amato dalle Sale della Comunità per il suo cinema che si interroga su vita e morte, sui legami familiari, sul rapporto tra diverse generazioni attraverso commedie semplici e universali, dove l’amarezza non sovrasta la speranza e la fiducia nell’umanità e nel futuro, e da “Sale e territorio: scenari pre e post pandemici”, un panel che ha visto la partecipazione di Filippo Celata (Università di Roma La Sapienza), Andrea Simone (Università per Stranieri di Siena), Simone Gialdini (direttore generale Anec), Francesco Giraldo (segretario generale Acec-SdC) e Fabio Abagnato (Emilia Romagna Film Commission).
Dante però non sarà l’unico padre della nostra letteratura a essere oggetto di un racconto cinematografico. Luigi Pirandello, è infatti al centro di La stranezza di Robertò Andò che accanto a Toni Servillo nei panni del celebre drammaturgo siciliano ha voluto Salvo Ficarra e Valentino Picone nel ruolo di due becchini e attori di teatro dilettanti: il fortuito incontro di Pirandello con la piccola compagnia teatrale sarà all’origine di grandi sorprese. Diretto da Michele Placido, L’ombra di Caravaggio, che vede protagonista Riccardo Scamarcio, mette invece in luce tormenti, trasgressioni e dissidi interiori del geniale pittore, costretto alla clandestinità per sfuggire non solo ai propri demoni, ma soprattutto a una condanna a morte per omicidio.
Vedremo probabilmente al Festival di Venezia Il signore delle formiche di Gianni Amelio che ripercorre la drammatica vicenda di Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio), poeta, artista ed entomologo, processato per omosessualità alla fine degli anni Sessanta, accusato di aver plagiato un giovane studente condannato a sua volta una “guarigione” attraverso elettroshock. Realizzato due anni fa ma annunciato da un titolo che più attuale non potrebbe essere, Siccità di Paolo Virzì è un dramma corale ambientato in una Roma dove non piove da anni e dove l’arsura ha prosciugato non solo il Tevere, ma il cuore e lo spirito di tante persone i cui destini sono destinati inevitabilmente a intrecciarsi. Nel cast Monica Bellucci, Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Emanuela Fanelli, mentre tra gli sceneggiatori, oltre allo stesso Virzì e a Paolo Giordano e Francesco Piccolo, c’è Francesca Archibugi, regista de Il colibrì, film tratto dal romanzo di Sandro Veronesi, vincitore del premio Strega 2020, centrato sulla vita di Marco Carrera tra fatali coincidenze, occasioni perdute, amori mai dimenticati e dure prove del destino, interpretato da Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak e Nanni Moretti.
Quest’ultimo, dopo Tre piani, è tornato dietro la macchina da presa e nei prossimi mesi arriverà in sala con Il sol dell’avvenire, interpretato da Matthieu Amalric, Barbara Bobulova, Silvio Orlando, Margherita Buy, ambientato a Roma dagli anni Cinquanta ai Settanta e realizzato negli studi di Cinecittà. Bisognerà attendere il 2023 per vedere anche Io capitano di Matteo Garrone, storia di due giovani, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar, in Senegal, per affrontare un lungo viaggio e raggiungere l’Europa, e La conversione di Marco Bellocchio, storia di Edgardo Mortara, il bambino ebreo che nel 1858 fu allontanato dalla sua famiglia per essere cresciuto da cattolico sotto la custodia di papa Pio IX. La vicenda aveva suscitato l’interesse anche di Steven Spielberg, che ha poi deciso di abbandonare il progetto.