FOLIGNO (PERUGIA) Sono i “kamikaze del pedale”, quelli che non si tirano mai indietro. Sono degli acrobati in piena regola, dei funamboli su due ruote: in costante equilibrio precario. Sono gli uomini jet, che filano via veloci come palle di cannone e vivono il loro Giro in tutta tranquillità solo quando Nibali o Valverde, Dumoulin o Landa, decidono di darsi battaglia. Quando la sfida va sulle montagne, loro mentalmente vanno al mare: «Per noi è come staccare un po’ la spina, ma senza esagerare », spiega Nizzolo, velocista milanese della Trek, che un anno fa al Giro si è portato a casa la maglia rosa della classifica a punti e ieri sul traguardo di Foligno ha rimediato l’ottavo secondo posto della carriera alla corsa rosa giungendo alle spalle del tedesco André Greipel. Là dove osano le aquile, per i velocisti è un giorno di ricreazione, anche se devono essere comunque bravi a non arrivare fuori tempo massimo. «Si fa gruppetto, e si sta tutti assieme – spiega Elia Viviani, veronese del team Sky, uno dei nostri migliori interpreti della volata –. Obiettivo: arrivare al traguardo giusto in tempo, per non finire tutti fuori corsa». Sono i velocisti, razza tutta particolare del ciclismo. Incontinenti se la tappa è piatta o con un arrivo che ispira. Tranquilli e serafici se c’è da galoppare sulle Alpi o le Dolomiti. «Se arriverò a Torino? Non lo so, mi piacerebbe tanto, ma non dipende solo da me – dice Marcel Kittel, il “bello” del Giro che ha già portato a casa due vittorie di tappa, ma ieri non è riuscito nemmeno a fare lo sprint –. Vivo alla giornata». E la giornata di ieri, la settima tappa ha premiato Graipel, altro tedesco che in fatto di volate non è secondo a nessuno. Tom Dumoulin rimane in maglia rosa con 26’’ su Fuglsang, 28’’ su Zakarin, 41’’ su Valverde, 47’’ su Nibali e 51’’ su Uran. Oggi ottava tappa Foligno-Arezzo di 186 km. © RIPRODUZIONE RISERVATA Gli uomini jet, da Kittel a Viviani, approfittano delle volate per mettersi in mostra. A uno di loro, Greipel, la tappa di Foligno Dumoulin sempre in rosa