Solo voci, nient’altro che voci. Domani apre il mercato, inutile aspettarsi grandi colpi. Voci, tante. Affari, pochi. Tutto il resto è una sequela di smentite. Il patron Cobolli Gigli: «La Juve non comprerà a gennaio». Il procuratore di Floccari, talento dell’Atalanta corteggiato dalla Roma: «Non si muove fino a giugno...». Urbano Cairo: «Stimo Rosina, resterà al Toro». Una partita a scacchi senza vincitori. Il mercato dei “saldi” non si è neppure aperto ed è come se tutti si affaccino alla finestra di gennaio, in attesa di piazzare i veri colpi in estate. Perché da domani si possono “contattare” anche i giocatori in scadenza di contratto a fine stagione, quelli liberi a zero euro, ed è lì che si fanno i veri colpi. Resta giusto qualche chance, di quelle dettate da cause di forza maggiore. Come Adriano, ad esempio. All’Inter pare aver fatto il suo tempo (per proprie colpe), forse è giunta l’ora che le strade si dividano. E’ l’unico (o uno dei pochi) fronte in cui provare a far breccia perché si muovano le carte. Se parte Adriano, l’Inter avrà bisogno di novità in attacco, tanto più che lo stesso Crespo non ci sta a fare la bella statuina. La soluzione era facile e a portata di mano: andare a Genova a prendere Diego Milito, il prototipo del centravanti perfetto. Ma il patron del Genoa Preziosi non ci sente: «Non lo cedo neppure per 25 milioni...». L’Inter ha messo sulla bilancia qualche aggiunta di peso, tipo Balotelli in prestito (stesso discorso di Adriano: una possibile partenza dettata da questioni comportamentali), ma i rossoblù continuano a rispondere picche. Moratti si rifarà altrove, ma resta un mistero perché certi giocatori, come il talento nostrano Giuseppe Rossi, nuovo punto di forza della Nazionale di Lippi, resti giù in Spagna al Villarreal, e non li si prenda quando costano assai meno di qualche bomber d’oltralpe. A Mourinho piace molto anche Didier Drogba: al Chelsea non tira una bell’aria (Abramovich che perde soldi, Scolari che perde potere), ma pare improbabile che si decida di disfarsi di un attaccante di tale peso. Eppure sarebbe quella la strada da battere, sull’asse Italia-Inghilterra. La sterlina è crollata, siamo vicini alla parità con l’euro. Provare a fare affari in quella direzione non sarebbe male, anche sotto il profilo economico. Sarà per questo che il Milan ci sta provando con Daniel Agger, 24 anni centrale difensivo danese del Liverpool: 8 milioni non è cifra da capogiro. Il giovane talento inglese Theo Walcott, su cui puntano forte Wenger e Capello che di calcio se ne intendono, può liberarsi dall’Arsenal per una cifra di poco superiore ai 400mila euro: i segugi di Real Madrid, Manchester City e Chelsea già sino in fila, nessuno che ci abbia pensato dall’Italia. Tornando al Milan, per ora pensa al marketing e al futuro più inoltrato: la stella cometa Beckham nel primo caso, il brasiliano Thiago Silva nel secondo (10 milioni, finora unico vero colpo piazzato) che giocherà però solo nella prossima stagione). Perché per adesso quel che è fatto è fatto: difficile che gennaio stravolga qualcosa. È la prossima estate il traguardo cui puntano gli operatori di mercato. Si liberano in tanti, dappertutto e a costo zero. Da noi i vari Figo, Cruz, Vieri, Crespo, Panucci, Ventola, Di Vaio, Nedved, il 40enne Maldini (ma è impensabile vederlo con una maglia diversa dal Milan) e chi più ne ha più ne metta. Altrove gente come Tevez, bomber di razza del Manchester, Owen, Ballack, Fabio Cannavaro, Morientes, Kalou, Eboué, Van Bommel, Zé Roberto e molti altri. Giocatori di blasone a prezzo di saldo. Allora sì che sarà un mercato scoppiettante. A patto di pensarci fin da ora, prima che i club corrano ai ripari. E qualcuno resti con la coperta corta.