Google penalizzerà i siti pirata. Dalla
prossima settimana inizierà a declassare sul motore di ricerca
quelle piattaforme che veicolano film, musica, libri, software e
videogiochi illegali. In pratica questi siti verranno spediti in
fondo alla classifica delle ricerche e quando un utente si
imbatterà in un contenuto pirata vedrà comparire un avviso che
suggerisce alternative legali, come Spotify o Netflix, per
fruire dello stesso materiale cercato.
Quella di Google non è una strategia spinta da bontà oaltruismo. Semmai una mossa tattica
per ammorbidire la lotta tra il colosso del web e le
multinazionali dell'audiovisivo sul tema del copyright. Per ora, la reazione da parte
dell'industria culturale è stata tiepida. I discografici riuniti nella Recording Industry
Association of America e la Motion Picture Association of
America, che annovera i sette principali studi cinematografici
Usa, hanno fatto sapere che «il cambio di algoritmo non ha un impatto dimostrabile sui
siti con grandi quantità di pirateria». E a poco è servito che il rapporto How Google Fights Piracy (come Google combatte la pirateria) ricordi che il colosso del web abbia distribuito un miliardo di
dollari ai detentori di copyright su YouTube.