Lo yukigassen, una gara di combattimento a palle di neve originaria del Giappone - undefined
A volte ritornano. La storia delle Olimpiadi è fatta anche di sport che i Giochi li hanno persi e poi ritrovati, pure più di una volta. È il caso del baseball presente ininterrottamente dal 1992 al 2008, reintegrato a Tokyo 2020 ma assente di nuovo a Parigi: tornerà in campo a Los Angeles 2028, forte del grande seguito di cui gode negli Usa. Alle Olimpiadi statunitensi ci sarà anche un altro storico ritorno: il “lacrosse”, lo sport degli indiani d’America, presente in passato già in due edizioni (1904 e 1908). Ci sono però discipline insospettabili che sognano di debuttare alla rassegna a cinque cerchi. Tante fra queste sono racchiuse in un libro curioso, pronto a strapparvi più di un sorriso: l’Atlante illustrato degli sport inusuali” (Lab DFG, pagine 126, euro 14,90) di Federico Vergari (con le illustrazioni di Loris De Marco).
Avrete spesso la tentazione di non credere a quel che leggete, per poi arrendervi nell’apprendere quanto invece siano radicate certe discipline in alcuni Paesi. Come il “chinlone” o il “kabaddi”, sport nazionali rispettivamente in Myanmar e in Bangladesh. Ma non bisogna andare per forza in là sul mappamondo: dall’Olanda ha preso piede il “chessboking”, gli scacchipugilato, che ormai ha federazioni in tutti i continenti, anche in Italia dove si è svolto il Mondiale lo scorso anno. Come facilmente intuibile avete due possibilità per vincere la partita: fare scacco matto o mettere ko il vostro avversario. Non è l’unica disciplina ibrida: anche la “ciclopalla” (cycleball) prende spunto dal calcio ma si gioca in sella a una bicicletta: è nato negli Usa, ma spopola oggi in Germania con oltre diecimila tesserati.
Non c’è davvero limite alla fantasia se è diventato uno sport con regolare campionato (anche in Italia) il “quidditch” di Harry Potter: le scope volanti non ci sono, ma la “pluffa”, la tipica palla sì. Hanno origini antichissime l’“ulama” (gioco con sfere di gomme) radicato in Messico sin dai tempi dei maya e degli aztechi e le “corse dei cammelli”: introdotte già nel XIII secolo da Hulagu Khan imperatore della Mongolia, oggi i cammelli sfrecciano (anche a 65 chilometri orari) soprattutto nelle competizioni che si tengono in Australia. Dopo il debutto della breakdance a Parigi ci crede adesso anche il “cheerleading”: dalle studentesse tifose a sport che oggi racchiude più discipline come la ginnastica, la danza e l’acrobazia. La strada verso le Olimpiadi sarà invece probabilmente ancora lunga per giochi che ci fanno tornare indietro nel tempo. “Sasso-carta-forbice”, conosciuto in Italia come morra cinese che negli States ha dato addirittura vita a un torneo mondiale che si disputa ogni anno ed è organizzato dalla World Rock Paper Scissors Society.
E che dire della “lotta con i cuscini” che in quanto a botte non è da meno della boxe e forse anche del wrestling: due anni fa negli Stati Uniti si è anche svolto il primo campionato professionistico di “Pillow Fight”. Ma è approdato anche in Giappone con un tipico rituale prepartita: i lottatori sono sdraiati in terra e fingono di dormire prima che l’arbitro fischi e comincino a darsele di santa ragione. Nel Paese del Sol Levante si è affermato anche lo “yukigassen” che letteralmente significa battaglia di neve. Stiamo parlando proprio di un classicone dei giochi invernali dei bimbi: le mitiche battaglie a palle di neve. Qui però è diventato qualcosa di più ufficiale, con tanto di casco obbligatorio e federazioni nazionali: la prima in Finlandia, ma ormai sono diffuse dappertutto, dalla Russia all’Alaska. Chissà se un giorno diventeranno sport olimpici, magari non hanno nemmeno questa pretesa, ma solo l’ambizione di regalarci un po’ di ore felici, ricordandoci che il bello di ogni sport in fondo è quello di rimanere sempre e soltanto un gioco.