Giacomo Poretti in scena con “Chiedimi se sono di turno” - Federico Buscarino
Con Turno di notte. Storia tragicomica di un infermiere che avrebbe voluto fare altro (Mondadori, 156 pagine, 17 euro, in uscita in questi giorni) Giacomo Poretti attraverso l’alter ego Sandrino detto Saetta (portato anche a teatro con Chiedimi se sono di turno) torna alla sua vita prima della celebrità con il Trio, quando per 11 anni è stato in corsia all’ospedale di Legnano, confrontandosi con l’umanità più varia e più vera. Tra i personaggi disegnati da Poretti, anche la caposala suor Silvina, protagonista della pagina che qui anticipiamo. Poretti presenterà il libro il 16 settembre a Pordenonelegge in dialogo con i cabarettisti Andrea Appi e Ramiro Besa (diretta streaming sul sito del festival).
L’ultima suora della mia vita è quella a cui sono legato di più, quella a cui ho voluto più bene: suor Silvina. Sì lo so, è un nome brutto. Ma nemmeno lei era tanto bella. Quante bugie le ho raccontato pur di avere un giorno di permesso o una manciata di ferie: un numero incalcolabile di battesimi di nipoti, di ricoveri in ospedale delle sorelle per malattie rare e tropicali. Mia nonna, tanto per dirne una, è morta quattro o cinque volte, e ogni volta che moriva, suor Silvina, che mi voleva bene, fingeva di non ricordare e mi diceva: “Ma non era appena morta?”. Mio fratello non solo ha fatto la Cresima ma ha anche dovuto ripeterla. La sua Prima Comunione – pensate un po’ – è stata invalidata dalla Sacra Rota per un vizio di forma, e quindi ha dovuto rifarla per ben tre volte prima che il Sant’Uffizio la giudicasse finalmente conforme. La cosa buffa è che io di fratelli non ne ho e suor Silvina, che lo sapeva, ogni volta ascoltava le mie giustificazioni e mi firmava le ferie. Me le firmava sempre, anzi quasi sempre, tranne quella volta che le dissi che dovevo andare al funerale di mia nonna e lei mi fece notare che solo i gatti hanno sette vite. (...) Suor Silvina non amava comandare ma in compenso era una brava insegnante. Grazie a lei ho imparato «i cinque segni dell’infiammazione, la gestione delle piaghe da decubito, e a chi spetta svuotare il pappagallo, che sono le tre cose più importanti che deve sapere un infermiere», ripeteva suor Silvina a ogni turno. Quando il mal di stomaco le dava tregua attaccava: « Calor, Tumor, Rubor, Dolor, Functio laesa: ecco quello che succede sempre al corpo quando si ammala!». «Sì, lo so suor Silvina, sono i cinque segni dell’infiammazione. Ops, scusi, della flogosi. L’abbiamo studiato a scuola infermieri, e lei me lo avrà detto mille volte!». «E sai cos’è tutta questa faccenda?». «È il segno che il corpo umano è una macchina perfetta...». «No! Questo è il regalo di compleanno, di anniversario, di Natale, insomma il regalo più prezioso che il Creatore ci abbia fatto! Quando si dice che Dio si occupa di ognuno di noi, che vuole bene a tutti, che tutti gli stiamo a cuore, uno pensa che sia impossibile. E invece ecco che Dio ci difende, e ci difende tutti proprio con Calor, Tumor, Rubor, Dolor, Functio laesa! Questo è il suo abbraccio, questo è il suo modo per difenderci a uno a uno». «Suor Silvina, ma è il sistema immunitario che ci difende, non...». «Non bestemmiare con me! Ti ricordi come funziona vero?». «Sì che lo ricordo...». «Te lo ricordi come funziona, ma non capisci! C’è una bella differenza tra recitare a pappagallo le tabelline e saper risolvere un’equazione di terzo grado! Ascolta me, zuccone. Facciamo che ti punge una vespa: qual è la prima cosa che succede? A parte le tue urla lancinanti, intendo. In tutto l’organismo scatta immediatamente un allarme e in una frazione di secondo diversi reparti specializzati sono chiamati lì sul tuo naso dove sei stato punto: milioni di cellule, linfociti, granulociti, masto- citi e macrofagi, citochine e piastrine; accorrono lì sul tuo brutto naso, in assetto di guerra per impedire che l’aculeo della vespa rilasci del veleno che si possa propagare per il corpo e che la ferita distrugga la cute esponendo il corpo al pericolo di altre invasioni: ricordati che la cute è la porta blindata del nostro corpo. E poi, oltre al veleno, potrebbero essere entrati nel corpo anche virus o batteri e, in quel caso, ci sono cellule specializzate pronte a neutralizzarli. Tutto questo assembramento provoca un surriscaldamento della zona, che è il cosiddetto...». «... il cosiddetto???». «CALOR, Calor, possibile che non ti entri in testa! Poi a causa di tutto quel traffico che continua ad aumentare, proprio come quando una folla di gente invade una piazza per un concerto, si verifica un...? Un Tumor! Successivamente, tutto quello spargimento di sostanze rilasciate dai nostri soldati – un po’ come quando la polizia disperde dei facinorosi usando idranti, fumogeni, qualche manganellata –, tutto questo provoca Rubor e Dolor. E perché al termine di tutta questa sinfonia meravigliosa c’è quel crescendo finale di timpani che è la Functio laesa? Perché il tuo naso a quel punto è gonfio come un peperone e non riuscirai a usarlo, non potrai soffiarlo o cacciarci dentro le dita per scaccolarti per almeno qualche ora: Functio laesa, appunto. Ovverosia fuori uso!». «Sì ma, suor Silvina, questi meccanismi sono inscritti dentro al Dna delle cellule, che sanno istintivamente come comportarsi…». «Tu, mi sa tanto che dovresti affiggere il cartello FUNCTIO LAESA oltre che sul naso, anche sopra la tua testaccia vuota! L’istinto! Ora le cellule hanno l’istinto! Le cellule sanno cosa fare perché il Dna dice loro come comportarsi... Sei solo un povero miscredente! Il tuo Creatore inventa ’sto po’ po’ di sinfonia dell’abbraccio: Calor, Tumor, Rubor, Dolor e Functio laesa... Senti come suona? Non senti l’ardore possessivo dell’amante, la gelosia del tuo Creatore che ti vuole bene, che ti ama, che ti vuole solo per sé, che non vuole che niente e nessuno ti tocchi, che si tratti di uno streptococco, di un virus dell’influenza o del veleno di una vespa? Chi c’è dietro il Dna? Chi lo ha pensato il Dna?». «Suor Silvina, ma lei sta facendo filosofia. Io dovrei andare a portare il pappagallo al 45...». «Saetta, il 45 può anche tenerla un secondo! È più importante il Creatore o andare di corpo?». «Dipende... da quanto ti scappa...». «Ricordati sempre che se la filosofia è la materia che studia il pensiero dell’uomo, la scienza è la disciplina che studia il pensiero di Dio, le sue intenzioni. Perché esiste il liquido sinoviale? ». «Suor Silvina, il 45...». «Ascoltami, materialista zuccone: è il liquido sinoviale, grazie alla sua azione lubrificante, a permettere che le ossa possano connettersi tra di loro nelle articolazioni in maniera perfetta, tale da consentire di fare miliardi di semplici passi nel corso di una vita o di stabilire il record del mondo dei 100 metri piani. Ecco, Dio ci regala la possibilità di camminare semplicemente per diletto o per andare a fare la spesa, o per andare a trovare la nostra fidanzata, o per andare all’asilo a prendere la nostra bambina, o per stabilire qualche record del mondo di corsa. Se a lui non fosse venuto in mente il liquido sinoviale, sarebbe stato impossibile andare a piedi all’asilo o alle Olimpiadi. Ma non basta: a lui sono venute in mente anche le fibre muscolari bianche, che grazie al metabolismo energetico anaerobico possono avere contrazioni più veloci e potenti: proprio quelle che servono ai centometristi, appunto. E secondo te, a chi è venuto in mente quel sistema che ti fa scattare non appena senti uno sparo? Guarda che è un complesso intricatissimo di impulsi che partono dal cervello, per poi essere recepiti a livello periferico e reindirizzati a livello muscolare. E tutto questo ambaradan poi si deve integrare con le funzionalità tendinee e con il lavorìo articolare. E vedi di tenere a mente poi quel potente sistema cardiovascolare, metabolico, respiratorio che fa stare in piedi tutta la baracca. Ah, e non dimentichiamoci della necessità di una buona vista (se non vogliamo finire per invadere la corsia altrui) e di un perfetto meccanismo di lubrificazione delle articolazioni di ginocchia, anche, colonna, spalle, gomiti, mani e dita. Parliamo di una cosa come all’incirca 18 miliardi di operazioni che hanno luogo in meno di dieci secondi. Allora Saetta, miscredente che non sei altro, dimmi un po’ chi è il detentore del record del mondo dei 100 metri: Carl Lewis o Dio?».