Tre anni e 60 giorni dopo, oppure 61 GP, fate voi. A Singapore, nelle qualifiche,
la Ferrari torna davanti a tutti e lo fa in modo autorevole, senza sbavature e con un gran margine di vantaggio.
Sebastian Vettel ha ottenuto la prima pole in rosso e anche per lui è la fine di un digiuno che durava dal GP del Brasile del 2013, logico che la gioia sia esplosa appena passato alla bandiera a scacchi: “Cogliere la mia prima pole position alla Ferrari, e la prima per il Cavallino Rampante dopo diversi anni è una sensazione fantastica. So che oggi è soltanto sabato, e che il compito più difficile dovremo portarlo a termine domani, ma voglio godermi questo momento. Ci siamo mostrati competitivi sin da ieri, ma la macchina è migliorata nel corso del weekend, e oggi era fantastica, e abbiamo fatto il massimo. Sono stato sorpreso dal margine su Daniel, ma tutto è andato alla perfezione».
«Credo di aver fatto un giro senza sbavature, e sono molto contento dei crono fatti registrare oggi, e in modo particolare dell’ultimo. Questo giro è così lungo e complicato, ed è facile commettere un errore, ma è andato tutto splendidamente. Quando ho attraversato la linea del traguardo, ero soddisfatto, perché sapevo di aver fatto un buon lavoro. Siamo in una buona posizione per domani, ma, come ho già detto, oggi è solo sabato, e l’obiettivo più arduo da centrare è la vittoria domani. Sono certo che in gara le Mercedes saranno veloci e tutto sarà una sorpresa. Non dimentichiamoci, poi, della Red Bull! Sarà dura”.
Se sarà dura per Seb figurarsi per gli altri. Ricciardo e Kvyat con le Red Bull son subito lì e con Raikkonen terzo che completa la festa Ferrari, i giochi saran difficili fin dalla prima curva e per le due ore successive. Ma cosa è successo nella debacle della Mercedes, in quinta e sesta posizione con Hamilton e Rosberg?
Essenzialmente due problemi.
Il primo, con le gomme supermorbide i tedeschi non vanno molto bene, perdono quello che guadagnano di carico aerodinamico per cui consumano molto le gomme e vanno in crisi durante il giro.
Secondo. Per ovviare al problema hanno pasticciato con gli assetti per cui in ingresso curva erano un disastro, al contrario dei due piloti della Ferrari che erano perfetti, segno di un bilanciamento meccanico azzeccato in cui la potenza del motore, inferiore al Mercedes, ha permesso di stare davanti senza strafare.
Un po’ quello che è successo alla Red Bull, che pure ha un motore Renault che non brilla per potenza e che su questa pista avere tanti cavalli gestiti male non è il massimo, oltre a Mercedes lo hanno dimostrato anche alla Honda. Alonso dodicesimo con una McLaren Honda che ha 160 cavalli meno degli altri è la prova che su una pista che ha il più alto numero di curve e la maggior parte a 90 gradi, conta la precisione di guida e il bilanciamento della macchina. E con uno come Vettel (ma anche Alonso a dire il vero) che guidano come se avessero il compasso in macchina, ecco spiegato i perché di una rivoluzione che ha portato da due stagioni a questa parte a una prima fila senza una Mercedes. Sarà così anche sul podio?