martedì 24 agosto 2021
Una mostra diffusa sul territorio racconta un progetto dell’Università Milano-Bicocca per recuperare le memorie tra alluvioni, clima e società E sensibilizzare gli amministratori locali
Fiumaretta vista da Bocca di Magra

Fiumaretta vista da Bocca di Magra - Giaber

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Non c’è cosa peggiore che la perdita della memoria. Ma è proprio quello che sta accadendo nel nostro Paese. I territori stanno perdendo la consapevolezza di sé. E il grande mosaico dell’Italia, un capolavoro, perde tessere e si scolora. I paesaggi, le storie, le tradizioni, l’eredità delle precedenti generazioni si stanno smarrendo nell’indifferenza, tra le speculazioni.

Ma c’è chi non accetta il degrado. E lavora per il “restauro”, guardando al futuro. Come i protagonisti di una ricerca interdisciplinare promossa dall’Università di Milano Bicocca. Uno studio che richiederà tempo ma che si sta presentando, in queste settimane, con una mostra diffusa, “Memorie della terra, memorie delle persone: alluvioni, clima e società alla foce del Magra”, a Bocca di Magra e Fiumaretta, due piccoli paesi alla foce del fiume Magra, là dove la Liguria di Levante accarezza la Toscana.

Mappe in un tabellone della mostra diffusa sul territorio tra Bocca di Magra e Fiumaretta

Mappe in un tabellone della mostra diffusa sul territorio tra Bocca di Magra e Fiumaretta - Luber

Un territorio di grande bellezza e ricco di storia, che vide l’opulenza romana del porto di Luni ma anche il passaggio di Dante Alighieri, ospite dei Malaspina. E la presenza nel Dopoguerra di letterati, legati all’editore Einaudi, tra i quali Pavese, Vittorini, Gadda, Calvino, Sereni, Montale, Quasimodo, Soldati, Fortini, Mc Carthy, Bompiani, Giudici, Deichmann... In ottanta aderirono alla “Società degli Amici di Bocca di Magra”, nata negli anni Sessanta per difendere il paesaggio della foce del Magra dalla speculazione edilizia. Come tentò anche Italia Nostra. Senza troppo successo, come vediamo oggi.

La ricerca è in corso e questa mostra è parte integrale del progetto che condivide fonti, metodologie e domande con le comunità della foce per favorire una maggiore consapevolezza della storia geologica e umana del territorio. Così sono state effettuate, e altre ce ne saranno, interviste agli abitanti del luogo e con chi lo frequenta, per raccogliere ricordi e descrizioni del recente passato locale.

Un gruppo di ricercatori

Un gruppo di ricercatori - Università degli Studi di Milano-Bicocca

La mostra presenta quattro linee tematiche per illustrare il contesto della foce del Magra: la storia geologica del bacino del fiume, la foce negli ultimi duemila anni, il governo del territorio, le vie di terra e d’acqua che lo attraversano. La trasformazione degli spazi di vita delle persone e la mutata relazione di questi spazi con quelli del fiume è rievocata attraverso i frammenti delle memorie delle comunità della foce: immagini fotografiche raccolte grazie al contributo attivo della gente. Anche i focus su Bocca di Magra e Fiumaretta, che tracciano i tratti essenziali del loro sviluppo storico, verranno accresciuti grazie alla popolazione.

La foce del Magra tra fine Ottocento e inizio Novecento

La foce del Magra tra fine Ottocento e inizio Novecento - Università degli Studi di Milano-Bicocca

La ricerca andrà avanti in modo interdisciplinare (vi lavorano tre dipartimenti universitari) per fare l’analisi del rischio idrogeologico tra geologia e storia contemporanea, misurando il contributo dell’elemento naturale e di quello umano. I campi sono diversificati: la ricerca in archivi e biblioteche si affianca alla raccolta di fonti orali e di campioni di sedimento in mare e a terra.

La foce del Magra tra fine Ottocento e inizio Novecento

La foce del Magra tra fine Ottocento e inizio Novecento - Università degli Studi di Milano-Bicocca

Strumentazioni, metodologie e laboratori per l’analisi geologica (datazioni e studi di provenienza dei sedimenti) si saldano a quelli per la ricerca storica (periodizzazioni e contestualizzazioni) per un approccio allo studio del rischio idrogeologico in grado di evidenziare la relazione e l’equilibrio dinamico tra processi geologici e dinamiche sociali. Per la prima volta nel contesto della foce del Magra si tenterà di misurare, sulla base di dati empirici, frequenza e intensità degli eventi alluvionali nel lunghissimo periodo al fine di valutare l’efficacia delle difese oggi in atto, basate invece su modelli teorici.

Cemento. Il (brutto) muro lungo l'argine del fiume Magra a Bocca di Magra

Cemento. Il (brutto) muro lungo l'argine del fiume Magra a Bocca di Magra - Collaboratori

Tra gli obiettivi messi in evidenza dalla mostra diffusa è la sensibilizzazione degli amministratori del territorio. Qui negli anni sono cambiate le maggioranze, ma c’è stato un progressivo decadimento. Bocca di Magra, in particolare, dagli anni ’70 è stata stravolta. Il fiume è diventato una sorta di grande porto turistico, le isolette sabbiose alla foce sono sparite.

Il porticciolo di Bocca di Magra. Qui c'era una bella spiaggetta dove erano ancorate le barche dei pescatori e dove si poteva nuotare e mangiare i molluschi crudi

Il porticciolo di Bocca di Magra. Qui c'era una bella spiaggetta dove erano ancorate le barche dei pescatori e dove si poteva nuotare e mangiare i molluschi crudi - Giaber

Anche la spiaggetta del paese è sparita, trasformata in un porticciolo turistico che non è nemmeno riuscito a decollare, ma ha tolto spazi-barca alla comunità. Contro le alluvioni gli argini sono stati cementificati, deformando il paesaggio con brutti muri antipiena. I giardinetti pubblici sono stati ricoperti dal cemento e gli alberi originali tagliati. Tra speculazioni e iniziative maldestre il paesaggio amato da abitanti, turisti e letterati è stato umiliato. La magia di questo angolo estremo di Liguria si è dissolta. Eppure la sua bellezza resiste e iniziative come questa dell’Università Bicocca possono aiutare a ritrovarla, almeno in parte.

Una scritta comparsa in questi giorni sul (brutto) muro lungo l'argine del fiume a Bocca di Magra per protestare contro il cememento e il progressivo snaturamento del borgo

Una scritta comparsa in questi giorni sul (brutto) muro lungo l'argine del fiume a Bocca di Magra per protestare contro il cememento e il progressivo snaturamento del borgo - Luber

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