Benozzo Gozzoli, ritratto di Lorenzo de Medici nel "Corteo dei Magi" in Palazzo Medici Riccardi, a Firenze - Simone Lampredi
Un percorso per capire e immergersi totalmente in un piccolo grande capolavoro: la Cappella dei Magi, all’interno di Palazzo Medici Riccardi a Firenze, che Benozzo di Lese, più noto come Benozzo Gozzoli, affrescò, su commissione medicea, nel 1459.
Piccolo capolavoro, perché le dimensioni del sacello sono modeste. Grande, perché gli affreschi con il Viaggio dei Magi e il Giardino del Paradiso, convergenti nell’Adorazione del Bambino Gesù di Filippo Lippi sull’altare, documentano la maestria di Benozzo nella tecnica pittorica murale e la finezza esecutiva nel rendere i paesaggi, i personaggi, intrecciando storia sacra, atmosfera fiabesca e attualità contemporanea, con una eccezionale cura dei particolari già evidente in un’opera giovanile del 1439 come la Madonna con il Bambino e angeli, che apre la mostra "Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi" allestita al piano terra di Palazzo Medici Riccardi proprio come percorso introduttivo al resto del museo e in particolare alla meravigliosa cappella di famiglia per cui bisogna salire al piano nobile.
Veduta panoramica della Cappella dei Magi in Palazzo Medici Riccardi, a Firenze - Simone Lampredi
Dalla preziosa tavoletta della Madonna con il Bambino e angeli, in prestito dalla National Gallery di Londra, inizia un viaggio di vent’anni tra quelle che Serena Noncentini, una delle due curatrici della mostra, definisce le date all’inizio e alla fine di un filo rosso (1439 e 1459) che guida il visitatore tra una serie di opere che permettono di approfondire il rapporto di Benozzo con Firenze, il suo legame con i Medici e con gli artisti dell’epoca come il Ghiberti e il Beato Angelico.
Fra i dipinti in mostra anche il Matrimonio mistico di santa Caterina, Pietà con san Giovanni evangelista e Maria Maddalena, sant’Antonio Abate e sant’Egidio (Museo di San Marco, Firenze), il Pilastrino con san Bartolomeo, san Giovanni Battista, san Giacomo Maggiore, cui fa da controcanto il Pilastrino speculare attribuito a Domenico di Michelino (Galleria dell’Accademia, Firenze) e la Pala della Sapienza nuova (Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia) e la Madonna dell’umiltà fra sant’Andrea e san Prospero e due angeli (Arcidiocesi di Siena, Colle Val d’Elsa e Montalcino, esposta nel Museo Civico di San Gimignano).
Una sala della mostra "Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi" a Palazzo Medici Riccardi di Firenze - Simone Lampredi
A questi si affianca una rosa di disegni dell’artista e della sua bottega riconducibili agli anni fiorentini o correlati all’iconografia della Cappella, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi di Firenze, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dal Museo del Louvre di Parigi, che consentono di approfondire l’attività grafica di Benozzo e la sua capacità nella resa della figura umana e di inserti naturalistici.
Punto d’arrivo e di ripartenza al tempo stesso è l’ultima grande sala della mostra in cui grazie alla multimedialità ci si può immergere totalmente, nel vero senso della parola, dentro gli affreschi della Cappella dei Magi, vedendo i dettagli impossibili da cogliere a occhio nudo. «È un complemento importante - spiega Valentina Zucchi, l’altra curatrice della mostra -. La multimedialità è il linguaggio dell’oggi, il modo più adatto a noi per comprendere le opere d’arte del passato».
Finita l’immersione virtuale, il visitatore è pronto per tuffarsi nella meraviglia del reale e comprendere gli affreschi di Benozzo come non mai prima d’ora.
Una sala immersiva della mostra "Benozzo Gozzoli e la Cappella dei Magi" a Palazzo Medici Riccardi di Firenze - Simone Lampredi
La mostra, promossa da Città Metropolitana di Firenze, organizzata da MUS.E e curata come accennato da Serena Nocentini e Valentina Zucchi, è intimamente legata con la storia di Palazzo Medici Riccardi e al tempo stesso aperta alle connessioni con il territorio fiorentino e toscano, evidenziando i luoghi della città e della regione nei quali Benozzo ha operato e in cui sussistono sue testimonianze artistiche, allargando lo sguardo fino a San Gimignano, Castelfiorentino e Pisa.
Intanto, l’allestimento di Firenze, che resterà aperto fino al 10 marzo, rappresenta anche un omaggio dovuto, il primo in assoluto della città, a un grande maestro del Rinascimento nel sesto centenario della nascita, che possiamo collocare a Firenze o nei dintorni tra il 1420 e, al massimo, il 1422, nell’alveo di una famiglia originaria del piviere di Settimo, quindi del contado fiorentino, ma stabilitasi a Firenze. Il nonno di Benozzo risulta abitare in Oltrarno, presso Santa Maria del Carmine. E se i primi passi del giovane Gozzoli si muovono al fianco del padre, di professione "farsettaio" (sarto di giubbetti), grazie a cui sviluppa una particolare sensibilità visiva e tattile nei confronti delle stoffe e dei tessuti decorati, sappiamo che ben presto è avviato alla pittura. Il primo documento in cui si firma "pictor" è il contratto che nel 1444 lo impegna per tre anni come aiuto del Ghiberti nell’esecuzione della porta est del Battistero fiorentino. Ma aveva già efficacemente lavorato al fianco del Beato Angelico: si suppone con fondamento che fosse suo aiuto durante i lavori (1438-1443) nel convento di San Marco a Firenze.
Il "Corteo dei Magi" di Benozzo Gozzoli in Palazzo Medici Riccardi, a Firenze - Simone Lampredi