giovedì 5 marzo 2009
I comici siciliani, amici di don Pino Puglisi: «Ridere di un fenomeno criminale non significa sottovalutarlo. Anzi, può servire a smitizzarlo»
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«Ogni famiglia ha la propria matassa», ovvero quel rotolo di relazioni che quando si complicano finiscono per dividere fratelli, sorelle e genitori. Inizia così il divertente film di Ficarra e Picone, La matassa, codiretto dal duo con Giambattista Avellino, che Medusa Film distribuirà in 500 sale a partire da domani. Dopo il successo al box office de Il 7 e l’8 il duo siciliano non tradisce il pubblico e continua a far ridere partendo dai legami affettivi. La lite e l’incomprensione, a causa di un prestito, tra due fratelli è un’eredità che si portano negli anni i due cugini Gaetano (Salvo Ficarra) e Paolo ( Valentino Picone). «Eravamo amici in Nati stanchi, il nostro primo film» racconta Ficarra durante la conferenza stampa di presentazione a Roma, «due perfetti sconosciuti ne Il 7 e l’8, ma non eravamo mai stati parenti». E dato che spesso la lite, come denominatore comune «unisce l’Italia – aggiunge Picone – abbiamo deciso di essere due cugini che non si parlano per anni, in seguito ad un litigio tra genitori». Dopo la morte del padre Paolo, rimasto unico erede dell’albergo di famiglia, si ritrova con il cugino Gaetano, che negli anni è diventato un furbo, ma non proprio esperto, proprietario di un’agenzia matrimoniale per straniere in cerca della residenza italiana. Paolo è invece un timido ipocondriaco quasi schizofrenico, con la costante paura della morte anche solo dopo un raffreddore: l’insicurezza nell’affrontare la responsabilità della gestione dell’albergo (dalla disonestà dell’amministratore al pizzo da pagare) sarà il punto debole che il cugino Gaetano sfrutterà, in un primo momento, a suo favore. Ma ancora una volta la disonestà non sarà la carta vincente nel lungo termine. In questo film, leggero e ironico senza mai una riga fuori posto, corposo nella sceneggiatura, sono tanti i bersagli che il duo comico colpisce. Dallo psicologo che gioca a sudoku o al cruciverba fingendo di scrivere durante le sedute terapeutiche, al maresciallo vanesio, al cinese che, oltre al ristorante, vuole anche l’albergo, fino ai boss mafiosi che prendono le decisioni scambiandosi "pizzini": «Non vogliamo sottovalutare, attraverso il meccanismo della gag, il fenomeno della mafia» spiega Picone. «Come comici raccontiamo tutte le realtà senza trascurarne nessuna come quando in un nostro film scherzavamo sulla politica inventandoci un partito Forza noi, che prometteva la neve in Sicilia». «Non è inadeguato – aggiunge Claudio Gioè, che nel film interpreta un disonesto dottore che lavora in un ambulatorio di analisi – ridere e mettere alla berlina una realtà che tutti riconoscono come sbagliata. Anche Chaplin che gioca con il nazismo non è fuori luogo». E sul successo che negli anni hanno ottenuto presso il pubblico Ficarra e Picone, che dal 30 marzo ritorneranno a condurre Striscia la notizia, scherzano: «La mia vita è cambiata» dice Ficarra. «Adesso il mio capo condomino mi saluta e quando si avvicina l’uscita del film mi chiede sempre due biglietti». «Io, invece – aggiunge Picone – mi sono ritrovato qualche cugino in più».
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