mercoledì 7 dicembre 2016
Nei Mondiali in vasca corta in Canada la campionessa azzurra dimentica la delusione olimpica: "Un sogno che diventa realtà. Il sacrificio e la voglia di non mollare mai fanno parte del mio dna"
Pellegrini infinita, l'oro che mancava
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Sorride la Divina del nuoto azzurro mentre sussurra l’Inno di Mameli sul gradino più alto del podio iridato. Al petto penzolante ha quella medaglia d’oro tanto sognata, più volte accarezzata, in passato sfumata ed ora finalmente acciuffata. Con grinta e cuore: gli ingredienti del piatto vincente cucinato da Federica Pellegrini nella vasca da 25 metri di Windsor. Nel lembo più meridionale del Canada, in quella fetta di Ontario a Sud di Detroit, l’ultima tessera del puzzle è stata posizionata nel modo giusto col successo in rimonta nei 200 stile libero.

È il titolo mondiale che mancava alla collezione, la vittoria che chiude il cerchio, il trionfo che annerisce l’unica casella ancora vuota nel palmarès della nuotatrice italiana più vincente di sempre. Nei programmi originari della Fede nazionale il 2016 doveva essere l’anno della recita finale, l’epilogo di un film unico. Ma il quarto posto di Rio, le lacrime per il podio mancato, la rabbia per la medaglia svanita in malo modo hanno modificato il copione, scombussolando il canovaccio pianificato. Niente ritiro e avanti fino a quando il fisico regge. Ha sofferto Federica nel rientro dopo l’indigesta trasferta in terra carioca, ma perfettamente stimolata dal coach Matteo Giunta e dal collega-fidanzato Filippo Magnini si è rituffata con orgoglio nella stagione in corta, proiettandosi col piglio giusto sulla rassegna iridata canadese. Non c’erano la statunitense Ledecky, la svedese Sjoestroem e l’olandese Heemskerk ma, si sa, le assenti hanno sempre torto.

Per piegare la resistenza della Lady di ferro, la magiara Katinka Hosszu, la ventottenne veneziana ha sfoderato una gara delle sue: avvio controllato e finale in rimonta. Ai 150 metri l’ungherese era più di mezzo secondo avanti, ma nelle ultime due vasche l’azzurra ha acceso la freccia e effettuato il sorpasso. Toccando la piastra a 1’51”73, suo miglior tempo col costume in tessuto: “Questa medaglia è il frutto del sacrificio e della voglia di non mollare mai che fanno parte del mio dna”. Dubbi e perplessità sono stati spazzati in un attimo, così come si è rafforzata la convinzione di non abbandonare gli amati 200 stile.

Dopo Scozzoli, Bianchi e Paltrinieri, con la Pellegrini salgono a quattro gli italiani iridati in vasca corta. Al successo nei 200 la veneta ha aggiunto un’ora più tardi l’argento nella 4x100, portando così a 46 le sue medaglie internazionali. “Si chiude il mio Grande slam dei 200 stile, è un sogno che diventa realtà”. Immarcescibile Fede.

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