lunedì 24 maggio 2021
La rockband romana trionfa all’Eurovision ma la Francia non ci sta e persino i politici accusano il frontman Damiano di aver sniffato coca in diretta tv. Sospetto fugato e pessima figura dei francesi
Negativo il test antidroga per il leader dei Måneskin

Ansa

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Siamo ritornati al tempo dei «francesi che si incazzano», canta Paolo Conte, per Gino Bartali che vinceva al Tour. La Francia ci dichiara “guerra” (fonte Paris Match), e per colpa di chi? Per smercio illegale di vaccini e siringhe anti-Covid o magari per le mafie italiane infiltratesi nel milieu di Marsiglia? No, ci “schifa” con il suo tradizionale e insostenibile sciovinismo, ci bolla come popolo di «drogati», per via della vittoria dei romanissimi Måneskin: Damiano David (voce), Victoria De Angelis (basso), Thomas Raggi (chitarra) e Ethan Torchio (batteria) all’Eurovision Song Contest. L’assurdo j’accuse canoro punta il dito su Damiano David, il ventenne bello e dannato frontman della rockband italica accusato di aver assunto cocaina durante la diretta della kermesse di Rotterdam. Galeotta è stata la ripresa in eurovisione di Damiano che china il capo sul tavolo della sfarzosa “green room” (affollata da 3500 spettatori più gli altri artisti) dove i quattro ragazzi della band erano sistemati in attesa di giudizio.

Ma quello delle giurie e non della corte di Francia. Per i francesi invece trattasi di inequivocabile posa di «giovane sniffante» striscia di coca. Per il diretto interessato, che è chiamato alla paradossale difesa d’ufficio è stato un semplice piegamento di pulizia: «Mi sono abbassato per raccogliere un bicchiere rotto dal Thomas (Raggi)». La questione da artistica si è fatta politica, con tanto di discesa in campo dell’autorevole ministro degli esteri Jean-Yves Le Drian.

«Spetta all’Eurovision decidere, la commissione ha la responsabilità dell’onore del concorso», ha sottolineato il ministro. In attesa che si pronunci anche il presidente Macron – strano che l’Eliseo taccia dinanzi a un simile intrigo internazionale – ricordiamo ai cugini d’oltralpe che alla presidenza dell’Ebu – l’ente organizzatore dell’Eurovision – nel 2020 era stata posta Delphine Ernotte, la capa di France Télévisions. Rispetto ai suoi connazionali imbufaliti contro gli italici piangenti, per colpa della coca e non da emozioni forti da trionfo, la Ernotte riporta la questione su un piano “agonistico” e annuncia che «la Francia non farà ricorso, qualunque sia il risultato del test antidroga. Il voto è stato estremamente chiaro in favore dell’Italia. La vittoria non è stata rubata ed è questo ciò che conta».

Alle 18.15 di lunedì la questione finalmente è giunta ai titoli di coda con il comunicato ufficiale dell’Ebu: «Nessun consumo di droga è avvenuto nella green rom e riteniamo chiusa la questione». Zitti e buoni tutti quanti. A cominciare dai francesi che non ci stanno a far la parte dei secondi. Tanto rumore per nulla infatti origina dal secondo posto di Voilà, il brano della cantautrice parigina Barbara Pravi, eletta e eroina o “signora Malaussene” della rivolta anti-italiana. La ragazza, sconfitta per 25 punti dai Måneskin (hanno ottenuto 524 punti) si allinea al malcontento nazionale e dalla sua bastiglia di Instagram sbandiera il tricolore alla “Marianna”: «Io sono arrivata all’Eurovision da outsider e con la mia squadra non sono scesa a compromessi. Sono orgogliosa di aver portato la Francia sul podio». Ignoriamo quali compromessi possano aver fatto i Måneskin, i quali sono la squadra più apprezzata del pianeta musicale. Il loro brano sanremese è un tormentone mondiale: è il più ascoltato dal pubblico di Spotify. E la loro performance all’Eurovision è stata un po’ la cronaca di una vittoria annunciata, per quasi tutti gli addetti ai lavori, tranne per quelli francesi che erano pronti a salire sul carro della Pravi. Giustizia è fatta, e nessun furto dunque e soprattutto niente droghe siamo italiani. Dunque la Francia si tenga la Gioconda e noi la vittoria all’Eurovision dei Måneskin che è stata salutata anche con un casto spogliarello di Cristiano Malgioglio in diretta su Rai 1 che non ha scandalizzato nessuno, neppure i francesi residenti in Italia.

Piuttosto, in pieno clima Giro d’Italia che fa da apripista al prossimo Tour de France siamo noi gli scandalizzati di fronte a un caso di sospetto doping da “performance musicale”. Sul piano etico, se Damiano fosse risultato positivo al test, saremmo stati noi i primi a condannarne la condotta e il gesto fatto davanti a quasi 200 milioni di telespettatori. C’è anche da dire che l’universo rock, fin dai suoi albori, ha visto artisti fortemente minati dall’uso e abuso di droghe vincere festival, ritirare Oscar della musica e diventare dei punti di riferimento per intere generazioni. Quindi per i francesi questi piccoli e grandi idoli delle folle andrebbero assolutamente cancellati dalla storia della musica, a cominciare dai giovani Måneskin, che per loro sfortuna però non sono dei drogati, ma solo una giovane rockband in ascesa, planetaria.
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