Mattarella con il ct della Nazionale di calcio, Roberto Mancini, in una foto d'archivio - Ansa
Sarà il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ad assistere alla finale di calcio degli europei nello stadio londinese di Wembley, dove domenica 11 luglio si sfideranno Italia e Inghilterra. Lo apprendono le agenzie di stampa da fonti del Quirinale.
Dopo il primo posto nel girone, dopo aver eliminato la Germania agli ottavi e dominato l'Ucraina ai quarti, l'Inghilterra ha battuto mercoledì sera in semifinale una stoica Danimarca ed è approdata per la prima volta nella sua storia all'ultimo appuntamento di un Europeo, dove si contenderà il trofeo con l'Italia di Roberto Mancini. La Nazionale di Southgate si regala una finale internazionale che mancava da 55 anni. Cioè dal successo mondiale del 1966, proprio a Wembley.
"Sappiamo quando sarà difficile contro l'Italia ma siamo arrivati fin qua e ora vogliamo conquistare questi campionati europei in casa" ha detto l'attaccante e capitano dell'Inghilterra Harry Kane dopo il successo, ai supplementari, contro la Danimarca.
La partecipazione del presidente della Repubblica alla finale europea è stata decisa nelle ultime ore, dopo aver valutato attentamente le questioni sanitarie legate all'evolversi della pandemia. L'alternativa era che a volare a Londra fosse il premier Mario Draghi: in ogni caso, la presenza delle istituzioni italiane, viene spiegato, non è mai stata messa in dubbio, nonostante le parole del presidente del Consiglio sull'inopportunità di giocare la finale in Inghilterra, cuore dei contagi della variante Delta.
Storica rimane la partecipazione di un altro presidente della Repubblica, Sandro Pertini, alla finale del Mundial del 1982: indimenticabile quel 'Non ci prendono più, non ci prendono più' sul 3 a 0, l'abbraccio con il ct Enzo Bearzot e la partita a carte con Causio e Zoff sull'aereo da Madrid a Londra.
A Berlino nel 2006 fu invece una 'notte magica' per l'allora capo di Stato Giorgio Napolitano, che andò anche a salutare i giocatori all'ultimo allenamento per poi godersi la partita sugli spalti e alzare la coppa nella festa negli spogliatoi. Andò meno bene a Mario Monti, premier nel 2012, presente alla finale degli europei in Polonia-Ucraina con l'Italia che fu battuta dalla Spagna.