martedì 10 settembre 2024
L’agenzia mondiale antidoping ha allungato i tempi del ricorso chiedendo ulteriore documentazione
Jannik Sinner in azione al Flushing Meadows per gli US Open

Jannik Sinner in azione al Flushing Meadows per gli US Open - Epa/Brian Hirschfeld

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Jannik Sinner, trionfatore degli US Open e a gennaio degli Australian Open, deve ancora attendere per vedere conclusa la sua vicenda legata al doping. L'infinitesima quantita' di 'Trofodermin' contenente Clostebol, sostanza vietata, utilizzata da quello che fino a poche settimane fa era il suo fisioterapista, Giacomo Naldi per curarsi una ferita al mignolo della mano e poi massaggiare senza guanti Jannik in occasione del torneo di Indian Wells, sta creando noie e provocando un certo fastidio al numero uno del tennis mondiale.

Infatti, l'agenzia mondiale antidoping (Wada), anche se non ha ancora presentato ufficiale ricorso al Tribunale Arbitrale Internazionale dello Sport (Tas) circa la decisione dell'International Tennis Integrity Agency (Itia) di scagionare Sinner da quella che a tutti gli effetti e' una positivita' al doping (in questo casa doppia nell'arco di otto giorni), in base all'articolo 13.2.3.5 (Appeal deadline for Wada) del codice antidoping, ha ancora 21 giorni per esprimersi. Si tratta di un comma che riguarda solo la Wada.
L'agenzia mondiale antidoping ha chiesto una integrazione di documentazione alla Itia che e' stata fatta pervenire nel corso della scorsa settimana. Non conoscendo la data della consegna non si puo' sapere esattamente quando e' fissato il nuovo termine per poter presentare ricorso al Tas ma non supera i 10-15 giorni. La Itia e' un tribunale indipendente legato al tennis e, come scritto nel verbale di 33 pagine dell'udienza numero SR/250/2024 firmato dai giudici del panel David Sharpe, Tamara Gaw e Benoit Girardin, Sinner "non ha alcuna colpa o negligenza". L'errore di aver utilizzato il 'Trofodermin' e' costato il posto nello staff di Sinner sia al fisioterapista Naldi che al preparatore atletico Umberto Ferrara che aveva acquistato il farmaco a Bologna e poi ceduto a Naldi per curare la ferita.



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